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Carmen Consoli dall'hotel di Palermo per parlare di arte e poesia

Notizia pubblicata il 27 aprile 2010



Categoria notizia : Hotel


Più che nell' Italia delle tre "I", crede nella Sicilia delle due "A": arte e amore. Si professa «estremamente grata verso il Nord ricco e sviluppato» ma per la sua terra Carmen Consoli chiede «quel rispetto e quella riconoscenza che si devono ai clienti, perché se il Nord è diventato ricco lo deve anche a noi».

Basta farla parlare della Sicilia perché l' ormai matura cantautrice dalla voce palpitante ceda il passo all' anima rock degli esordi: «Io ho investito tutto sulla Sicilia, assolutamente tutto», dice liberandosi in un lampo da giacca e foulard, che deposita su un divano dell' albergo al Borgo Vecchio dove alloggia, in attesa dell' ultimo concerto palermitano. Così, in maglietta e pantaloni, sembra proprio l' adrenalinica rockeuse di "Parole di burro", la canzone di quel Narciso che ha dato il nome all' etichetta discografica con cui Carmen promuove artisti siciliani nuovi e meno nuovi: i Lautari, Alfio Antico, la "scoperta" Fabio Abate che ha aperto i concerti di questo suo ultimo tour.
«E l' ho fatto perché questa terra - aggiunge - è semplicemente meravigliosa. Meravigliosa, proprio così, con tutta la munnizza e il resto. Io sono sempre felice di tornare a Palermo, è una città che mi emoziona». Dalla borsa Gherardini tira fuori un iPhone bianco: «Ecco, guardate che cosa è questa città - dice mostrando una foto panoramica scattata dalla sua stanza d' hotel - tutti questi tetti, queste case una sull' altra. Questa è Rio de Janeiro. Tutte queste anime diverse che convivono insieme e alla fine trovano un equilibrio di bellezza infinita». Equilibrio o caos? Lei non cambierebbe proprio nulla? «Cambierei un sacco di cose, se potessi. Ma sono sicura che la bellezza salverà la Sicilia. Perché una terra che vive di bellezza alla fine trova sempre il modo di sopravvivere, e di farlo nella maniera più nobile. Sono cose scritte nel suo patrimonio genetico. Non dimentichiamoci che siamo stati l' isola di Federico II.
Che qui è nata la lingua italiana. Che per secoli siamo stati un esempio di accoglienza e di scambio tra culture. Che ci siamo alimentati delle diversità in quel senso che sottolineava Doris Lessing. E che oggi siamo la terra di talenti straordinari come Franco Battiato, come Emma Dante, che per me è molto più di una semplice amica. Ecco, per me sarà questa la salvezza della Sicilia, insieme alla sua straordinaria capacità di arrangiarsi, di reinventarsi. Cosa che al di là di tutte le solite cose che si ripetono sul cambiamento, ci insegna anche "Il Gattopardo"». Non crede anche lei che Tomasi di Lampedusa sia un esempio negativo? L' assessore regionale alla Pubblica istruzione ha consigliato di non leggerlo, così come Sciascia e Verga, perché troppo pessimistici. «Bene.
Così ci resta il nulla culturale nel quale la Sicilia, come l' Italia,è sprofondata ormai da anni». Tornando alle sue parole, arrangiarsi però significa accontentarsi, magari anche delle briciole, non crede? «Significa anche adattarsi a vivere bene nei contesti più diversi, anche quelli più difficili e ostili. Qui in Sicilia sono tutti artisti, tutti poeti dentro. Nitto, un pescatore di Acitrezza, mi raccontava che andava a pescare quel pesce necessario per sfamare la sua famiglia e il resto lo mandava a Milano, per la clientela del Nord. Una volta gli proposero di allargare la sua attività, fare una società con i milanesi, avere dei dipendenti. Ma lui rifiutò». Perché? «Perché mi disse che non ne aveva bisogno. Perchéa casa sua, diceva, si mangiava meglio di qualunque ristorante di lusso. Perché non gli servivano gli abiti firmati, dato che sua moglie sapeva cucire molto meglio di qualunque sartoria di alta moda. Ecco, la Sicilia deve ripartire da queste cose.
Dai pastori, dalla sterminata cultura che si portano dentro, quella che consente loro di vedere tutto con occhi nuovi e incantati ogni giorno. Penso a uno di loro, Alfio Antico, grandissimo musicista che abbiamo l' onore di produrre con Narciso e ancora più grande poeta. Ma avete mai sentito le sue parole? Queste persone hanno tutto da insegnarci, da loro abbiamo solo da imparare». Si potrebbe obiettare che con questa scelta il pescatore ha messo il freno a una possibilità di sviluppo. «Ma no, non è l' economia imprenditoriale la risorsa di cui ha bisogno la Sicilia, ne sono convinta. Al contrario, è il Nord che ha bisogno di noi, che compriamo i loro prodotti. E proprio perché io vesto Benetton, e pure la Santàl aveva bisogno della Sicilia per fare i succhi d' arancia, più che vedere questo dilagante populismo razzista vorrei che questi signori mi dicessero "grazie", mi chiamassero per il mio compleanno e mi mandassero dei fiori. Attenzione, io sono grata al Nord e riconosco tutto quello che ha rappresentato per il Sud e la Sicilia.
Ma non voglio detto che noi siamo i parassiti, perché non è così. Noi siamo clienti, e vorrei che fossimo trattati con il rispetto e la riconoscenza che anche noi ci meritiamo». Nonè un concetto un po' difficile da fare comprendere, per esempio, a un leghista? «Lasciamo perdere. Ricordiamoci che la Lega è quella che ci accusa di essere omertosi. E quando loro nel ' 94 attaccavano Berlusconi con le stesse accuse dalle quali oggi lo difendono? Non so chi è più omertoso tra i due». A proposito di politica, che ne pensa della situazione siciliana? «Preferisco non pensarci. Nel senso che vedo esattamente tutto quello che non vorrei vedere, in Sicilia e in Italia. Per lungo tempo mi sono anche allontanata dalla Sicilia, tale era il rifiuto. Mi chiedo sempre perché peri siciliani sia così difficile mettere in piedi una bella sinergia tra Palermo e Catania, fare un' operazione stile il popolo di Avatar, cosa che ci darebbe una forza straordinaria».