Intervista a Carlo Conti
Notizia pubblicata il 23 agosto 2007
Categoria notizia : Fatti Curiosi
CARLO CONTI E LA RIVIERA. «Questo mare è il mio portafortuna». Da quando festeggia a Rimini ogni suo nuovo anno, il conduttore considera la città un amuleto
UN TOSCANACCIO innamorato della Romagna. Carlo Conti, uno dei volti più popolari di mamma Rai, reduce da una stagione televisiva ricca di successi ("L'eredità", "I raccomandati", "50 canzonissime") mentre si rilassa a Castiglioncello nella sua terra di Toscana, racconta i suoi inizi, fra radio private, discoteche e feste di piazza.
Ormai figura istituzionale di Raiuno, si tuffa con piacere nel mare dei ricordi che lo riportano indietro nel tempo, proprio da queste parti, dove tra un impegno e l'altro, ritorna sempre.
Allora Conti, qual è la sua vacanza ideale?
«Mare e tanto relax. Dopo un periodo di lavoro intenso e fortunatissimo, quasi da incorniciare, mi sento un po' come un telefonino che ogni tanto ha bisogno di ricaricare le batterie. Poca vita mondana ma tanti amici, qualche cena e un buon bicchiere di vino».
Ma un fiorentino doc come lei ha qualcosa da spartire con la riviera romagnola?
«Eccome. Il legame con la vostra terra è doppio, triplo. Dieci anni fa, le mie prime trasmissioni televisive dal mitico 'Bandiera Gialla' di Rimini. Si chiamavano "Su le mani", "Va ora in onda", "Cocco di mamma". Diciamo che Rimini è un po' la mia città portafortuna. Ogni ultimo dell'anno, con la trasmissione di Raiuno, comincio da piazzale Fellini un nuovo anno di vita e di lavoro».
Ma quando la rivedremo nella capitale del "divertimentificio"?
«Per natura, non sono molto mondano ma qualche serata un po' godereccia, tra Rimini e Riccione ci scappa sicuramente. Devo incontrare molti amici e ho voglia di mangiare buon pesce in qualche vecchia trattoria romagnola, magari nell'entroterra».
Lei, come i suoi amici toscani Pieraccioni e Panariello, viene dalla gavetta: come ricorda i suoi inizi?«Con tenerezza e con affetto. La passione esasperata per questo lavoro, è nata praticamente con me. Ho lavorato nelle prime radio private, nelle discoteche, in tantissime feste di piazza e sagre paesane?». Poi, il grande botto? «Ci sono arrivato con i miei mezzi, con tanto lavoro e con tanto impegno. Certo, un pizzico di fortuna aiuta. Come si diceva una volta, conoscere le persone giuste al momento giusto, ma anche l'arte di arrangiarsi serve sempre. C'è una frase sul mio sito che mi rispecchia molto: "La passione per le cose in cui crediamo è alla base del successo di ognuno di noi».
Quest'anno le sue trasmissioni hanno letteralmente stracciato la concorrenza: a cosa deve questo trionfo?
«Credo alla semplicità. E a un modo di fare TV garbato. Non mi piace la televisione che urla, che provoca inutilmente e che cerca la polemica a ogni costo. Ed essendolo, conduttore e autore, sento molto il peso della responsabilità dei messaggi che vengono lanciati al pubblico».
Quali impegni l'attendono dopo l'estate?
«A settembre, riprendo "L'Eredità", mentre a ottobre comincia "I Fuoriclasse", un programma in cui ci saranno anche momenti di sperimentazione».