Bologna. Il dibattito oggi all'archiginnasio la presentazione di tre volumi dedicati alla figura del poeta. Il vero Carducci? Spregiudicato, polemico e battagliero
Notizia pubblicata il 10 giugno 2009
Categoria notizia : Cultura
CONTINUA la Carducci Renaissance, sulla scia delle celebrazioni — anno 2007 — per il centenario della morte e del conferimento del Nobel. «Negli anni ’50 del secolo scorso — osserva l’italianista Emilio Pasquini — storici e critici della letteratura gli assestarono colpi durissimi.
Eppure, già nel ’60 un grande linguista come Giacomo Devoto vedeva in lui l’artefice di un progresso nella concezione del ritmo della parola poetica degno di Dante».
Pasquini, insieme a Vittorio Roda, è il curatore del volume “Carducci nel suo e nel nostro tempo” (Bononia University Press), che riunisce la ventina di interventi tenuti al convegno carducciano di due anni fa, e che si presenta alle 17,30 nella Sala dello Stabat Mater dell’Archiginnasio, con la partecipazione del rettore Pier Ugo Calzolari. Insieme alla ponderosa pubblicazione, si parlerà anche di altri due libri: “Bologna ricorda Carducci”, promossa dallo stesso Archiginnasio e contenente una serie di studi sui manoscritti del poeta conservati nella biblioteca e, a cura di Simonetta Santucci, la guida tascabile ai tesori racchiusi nella casa del poeta (“Visitando Casa Carducci.
I libri e le immagini, gli oggetti e i ricordi”, Costa editore): 64 pagine illustrate che verranno distribuite gratuitamente a tutti i presenti. «Riordinando i saggi del convegno — spiega Pasquini — emerge una tendenza ormai diffusa negli studiosi a considerare Carducci un intellettuale proiettato verso l’Europa del suo tempo, un maestro dell’insegnamento universitario, una punta avanzata della cultura tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi del Novecento».
NON STUPIRÀ, allora, che Tiziana Arvigo colga un legame fra l’autore delle “Rime Nuove” e l’opera di Eugenio Montale, o che Marcello Ciccuto individui relazioni non superificiali tra Carducci e la pittura del suo tempo. «Ma devo dire — precisa Pasquini — che ho letto con grande attenzione la relazione di Edoardo Sanguineti, uno dei protagonisti del Gruppo 63, ascoltata al convegno di due anni fa.
Egli disegna, con forte sintonia, un Carducci di forza polemica, spregiudicato, battagliero come nei “Giambi ed epodi”. Si direbbe un Carducci sperimentale, addirittura. Non è forse vero che la metrica barbara, da lui creata, prelude al verso libero della modernità?».
E’ una prospettiva internazionale che il ‘grande artiere’ si costruì anche da vivo. La raccolta di 63 caricature e i due ritratti inediti, uno dei quali firmato da Nasica, di cui si tratta nel volume dell’Archiginnasio, danno, dell’uomo di cultura famoso in Francia e in Germania, una versione più domestica. Volendo, lo umanizzano.c. su.
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