Le offerte più convenienti
Prenota gratis
Nessuna commissione

Esce un libro, dell'ingegner Sergio Fabbri, sui restauri del campanile

Notizia pubblicata il 12 novembre 2007



Categoria notizia : Cultura


NEL CORSO della sua lunga vita (800 anni), il campanile in stile romanico di San Mercuriale ha subìto una infinità  di restauri, di ritocchi, di rifacimenti.

Il monumento che il primo giorno del mese di maggio del 1282 vide seppellire ai suoi piedi in un'enorme fossa comune una moltitudine di soldati francesi uccisi dalle milizie forlivesi comandate dal capitano Guido da Montefeltro, é però tuttora in buona salute.

FU VERSO LA FINE degli anni Ottanta del Novecento che l'Abate del tempo mons. Bruno Bazzoli, essendosi accorto come il grande vecchio fosse in precarie condizioni di fisicità  (parecchie le sue parti anche vitali intaccate), corse subito ai ripari. Riuscì a salvarlo, il monumento, grazie all'aiuto di tutta la città : enti, associazioni varie, privati risposero al suo accorato appello. Un buon contributo al salvataggio perchè riuscì a sensibilizzare le finalità  dell'opera in quel frangente lo dette il nostro giornale. Il Carlino infatti si mobilitò e attraverso varie pubblicazioni dette un aiuto concreto al Comitato promotore formatosi per procedere ai restauri.
I lavori si protrassero per dieci lunghi anni ma il monumento fu rivisto in tutte le sue parti e infine risanato. Come ogni cosa di questo nostro mondo anch'esso aveva subìto l'usura del tempo.

AL TAVOLO operatorio fu chiamato l'ingegner Sergio Fabbri (nella foto), forlivese, amante dell'arte, che a proposito del restauro terminato nel 1998, ne ha scritto la storia 'Il campanile di San Mercuriale in Forlì e gli ultimi lavori di restauro', poi recentemente pubblicata in un libretto di ampio formato e con preziose fotografie dei lavori eseguiti ed esauriente sia dal lato storico sia dal lato delle tecniche e dei materiali con cui l'opera é stata eseguita.

"DI TALE ESPERIENZA -scrive il Fabbri -ho pensato che valesse la pena di lasciare una memoria scritta che sia, per quanto possibile, comprensibile a tutti e, nel contempo, che possa essere utile ad eventuali addetti ai lavori che avessero occasione di occuparsi di quest'opera eccezionale…".

"Per costruire questo campanile - si legge ancora in altra parte della pubblicazione -vennero impiegati, in origine, 530.000 mattoni e circa 650 metri cubi di malta".

A volte l'ingegner Fabbri quasi si esalta passando in rivista alcuni particolari del monumento. Per lui é affascinante soprattutto la guglia conica che sovrasta, altissima, la cella campanaria "… pensate, dalla quota di 50 metri dal suolo va su per ulteriori 20 metri: quanto é alto un odierno palazzo di sei piani".

Leggendo il libretto ci si rende conto dello sforzo finanziario fatto (250 milioni e 269.766 lire, nel 1988) dai forlivesi per mettere in sicurezza il loro campanile-simbolo poichè l'abate Bazzoli di soldi ne aveva pochini. Quanto all'ingegner Fabbri, progettista e direttore dei lavori, si ritenne ampiamente compensato dal solo fatto di aver potuto contribuire alla conservazione del monumento.