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Ecco il Beckett"alla Clusoe"di Branciaroli

Notizia pubblicata il 14 aprile 2008



Categoria notizia : Spettacoli


Il milanese Branciaroli, attore che si é consolidato con Luca Ronconi, firma anche la regia di questo copione che debuttò a Londra 51 anni fa (3 aprile 1957). Un omaggio a un autore che il protagonista ha amato e che qui asseconda con coerenza testuale e interpretativa. Beckett, a cui piaceva il gioco degli scacchi, si serve di una metafora scacchistica per indicare lo stadio terminale della partita della vita in cui Hamm-Clouseau (il re degli sacchi) e il suo servitore Clov (la pedina) da sempre litigiosi, disputano verbalmente un alternarsi di mossa e contromossa, per passare il tempo.

Ciò avviene in una stanza chiusa, dove all'esterno sembra non esistere più nulla. I quattro sono gli unici superstiti di questo mondo finito e conversano assurdamente nei loro ultimi giorni, senza che accada nulla, in una tragicomica commedia che sta "sospesa".Sembra una scelta indovinata Branciaroli, questo "Finale di partita", viste le repliche anche davanti al pubblico più tradizionale.

Quali sono le reazioni della gente, cinquant'anni dopo la novità  linguistica di Beckett?«A fronte di resistenze che persistono nell'abbonato vecchio tipo che percepisce la sola angoscia, lo spettacolo piace molto ai giovani che ne gustano invece soprattutto l'umorismo, compresi gli adolescenti delle scuole. Il pubblico rigoroso dei "beckettiani" al contrario, non accetta questo stile alla Clusoe (Beckett voleva scritturare Peter Sellers) e lo reputa una buffonata».

Accetta solo un tipo di interpretazione?«Più che altro, chi pensa di amare morbosamente Beckett, é convinto che possa risolvergli i problemi esistenziali della vita, quasi fosse un sacerdote alleato».Qual é la lezione linguistica di Beckett?«La sua lotta contro il vuoto delle parole ha influenzato tutti, da Pinter al giovane autore del momento. Il problema é che al di là  dei dialoghi banali, non é stato colto il suo distillato sofferto, frutto di una enorme quantità  di mosto.

Quello di Beckett é un procedimento complesso come si legge nel recente "In nessun modo ancora" (edizioni Einaudi). La sua é una mitologia linguistica».Dopo Beckett e Galileo di Brecht, cosa porterà  in scena? «Sto pensando a un don Chisciotte con la mia regia, vedremo».Ingresso: euro 11 - 8,50. Info: 0547-79274.

(foto di http://www.flickr.com/photos/iguanajo)