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«Rimini merita il futuro, non lo stile 'tarocco'» Botta e risposta sul futuro teatro cittadino

Notizia pubblicata il 03 dicembre 2007



Categoria notizia : Cultura


SUL DIBATTUTO tema del nuovo teatro Galli ospitiamo oggi la replica al presidente di Rimini città  d'arte, Giovagnoli il cui intervento fu pubblicato il 2 novembre scorso di Ferruccio Farina

Caro presidente di Rimini città  d'arte, quando il progetto "mastodonte Natalini" stava prendendo le mosse, io ero già  sulle pagine di questo giornale con le medesime idee di oggi che, peraltro, le sue accorate osservazioni non infirmano.

Caro Giovagnoli e cari melomani, basta con il modello Fenice: il teatro veneziano non é mai entrato nel passato come il nostro che, purtroppo, ahi noi, non c'é più da oltre mezzo secolo!

In quanto ad arte e musica, cara Rimini città  d'Arte, non esiste solo il bel canto dell'opera, ma anche la bella pittura, la bella scultura, la bella letteratura… e anche la bella architettura. Senza pensare ai teatri di Los Angeles o di Sidney, la nostra città  meriterebbe di più del modello "tarocco". Progettare per il futuro é un dovere e se qualcuno, non pago delle annuali rievocazioni in piazza del matrimonio di Roberto Malatesta, ha proprio voglia di passato reinventato e di merletti, può fare un salto nella vicina e graziosa San Marino e trovarvi spesso anche gli sbandieratori di Arezzo.

Per molti versi, comunque, Giovagnoli, lei ha ragione. No, non sono un esperto di musica. Quest'anno, peraltro, se ho voluto vedere qualche bella Francesca da Rimini, che qua non viene eseguita dal 1994 nonostante sagre e raffinati musicologi come voi, sono andato senza problemi al comunale di Bologna e proprio alla Fenice che sembrano invece ricordarsi delle tante importanti melodie che portano il nostro nome in giro per il mondo.

No, non sono un tecnico del suono e dei teatri per sottolineare i difetti del progetto Cervellati che altri, più competenti di me, comunque, hanno pienamente bocciato. Non sono neppure un capopolo che incita ai sit-in per intimorire una giunta molto attenta alla pace.

Sono solo un cittadino innamorato di Rimini per il futuro della quale vorrebbe le migliori soluzioni e non quelle imposte da simpatici chiassosi gruppuscoli che arruolano benpensanti celebri con qualche slogan d'effetto che, però, sembrano confondere i loro legittimi interessi con quelli dell'intera città . Una città  che, tra i suoi primi doveri, ha quello di dare splendore alla sua piazza più bella e al suo castello, simbolo tra i più preziosi della sua identità . E può farlo subito e con poco.

Città  che, anche se la sua Associazione, sig. Giovagnoli, considera il denaro marginale, ha anche il dovere di ben spendere le poche risorse pubbliche disponibili. Non dimentichiamo, tra l'altro, che i riminesi dell'Ottocento che avevano voglia di opere e balli, misero le mani nelle loro tasche e costituirono una società  che affiancò il municipio nella costruzione del Poletti - Galli. Avanti, dunque, industriali, commercianti, albergatori e melomani assatanati! Mani in tasca per dotare Rimini di un bel teatro (se i bagnini non dovessero farcela, potrebbero fornire forza lavoro nei sei mesi del loro riposo invernale).

Che sia però un bel teatro moderno, non un monumento alla nostalgia. Che sia all'altezza di una grande città  degli anni Duemila e che faccia storia. Insomma, per quanto mi riguarda, Teatro sì, al più presto, dove non affoghi la città  e che non tolga comunque soldi agli gli asili che mancano e alla sistemazione di una vergognosa viabilità . E giù le mai dal castello e da Piazza Malatesta che vanno sistemati subito. E, per carità , cara Rimini città  d'arte, non confondiamo la storia, che é fatta di cose vere, con le taroccature.
Ferruccio Farina

P.S. Parlando di teatro taroccato, ho maldestramente usato la definizione "com'era dov'era" "alla Bartolani", mentre il non dimenticato straordinario personaggio riminese, per ricostruire la sua fontana, ha usato la vasca e le sculture originali di Filogenio Fabbri, non delle belle o brutte copie taroccate. Mi scuso con lui e con chi ama Rimini per questa mia colpa. Colpa che, comunque, credo meno grave dell'eresia del sig. Giovagnoli che definisce nemico della musica, perchè non la pensa come lui, il prof. Guido Zangheri, personaggio che non ha bisogno di associazioni sostenitrici per dimostrare il contrario.
(photo by dmarz55)