
Il mondo del turismo diserta la Bit di Milano. Gli albergatori: 'Costa troppo e non rende'
Notizia pubblicata il 20 febbraio 2009
Categoria notizia : Turismo
GLI OPERATORI turistici di Cervia e le istituzioni quest’anno ‘snobbano’ la Bit di Milano, iniziata ieri, la fiera del turismo seconda in Europa dopo l’Itb di Berlino.
L’assessore al turismo, Nevio Salimbeni, le associazioni degli albergatori, i grandi gruppi alberghieri, hanno scelto di non partecipare. Costa troppo e i risultati sono pochi. Non ne vale la pena. Il ‘là’ l’aveva dato l’assessore regionale al turismo, Guido Pasi, che, qualche giorno fa, aveva detto che non sarebbe andato a Milano. L’assessore al turismo, Nevio Salimbeni, è dello stesso parere. «Il contatto umano è importante — ha commentato — ma le fiere vanno frequentate con parsimonia, con gli operatori e con tutto il sistema turistico. Vanno inoltre integrate con politiche promozionali sui media. In quanto alla Bit non serve a niente un assessore in più in mezzo alla più alta concentrazione di assessori al turismo della terra. Meglio restare qui a lavorare su cose più concrete». Il che in parole povere significa che Salimbeni non parteciperà e non ci sarà nemmeno la consueta presenza ufficiale di Cervia con il materiale promozionale nello stand della Regione Emilia Romagna di 250 metri quadri.
NON NE prenderanno parte nemmeno l’Associazione Albergatori Ascom, l’Asshotel Confesercenti, le maggiori cooperative alberghiere come Romagna Vacanze by Coalce, Adriasol e i gruppi che di solito di fiere non ne perdono nemmeno una, a cominciare dalla Premier Hotels di Andrea Astolfi, che comprende due alberghi a 5 stelle, l’Union Hotels, la Beach Hotels, la Severi Hotels, la Sifra Hotels, la Solaris e così via. In controtendenza la Select Hotels di Antonio Batani. «Non seguiamo la linea dei politici. L’anno scorso — ha detto la referente Loriana Massi — sono andati loro, quest’anno andiamo noi». Ma, come si suol dire, una rondine non fa primavera. Una notizia curiosa: non andrà nemmeno Lega Ambiente Turismo. «La Bit di Milano? Non ci vado da tre anni — afferma il presidente Luigi Rambelli — e non ci andrò neanche oggi. Non ha più alcun significato. La soluzione della crisi del turismo sta nella qualità». C’è dunque una disaffezione in massa della fiera milanese. Enti pubblici e operatori turistici hanno ‘scoperto’ internet e stanno riversando il proprio interesse (e le loro risorse) sul web ritenuto a ragione un mezzo promozionale ormai insostituibile. Lo ha dimostrato, dati alla mano, Nevio Salimbeni nel recentissimo ‘Ceck Turismo 2008’.
ANCHE se gli operatori cervesi, almeno per il momento, non l’amano più, la ventinovesima edizione della Bit di Milano, la Borsa Internazionale del Turismo, che chiuderà i battenti domenica, resta sempre un avvenimento di importanza mondiale. Lo dicono le cifre: vi intervengono 150 Paesi e oltre 5.000 espositori che presenteranno le loro offerte e sono attesi oltre 155.000 visitatori. Dalla fiera giungono segnali positivi: diminuisce il turismo classico, ossia le lunghe vacanze, ma aumenta quello legato all’arte ed al benessere, quello religioso e dell’agriturismo.
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