«Bicchieri speciali per bere meno»
Notizia pubblicata il 08 gennaio 2008
Categoria notizia : Night Life
Alcool e rumore caratterizzano a volte queste attività , provocando frizioni a non finire con la clientela più "soft", desiderosa di maggiore tranquillità . Ora, nella discussione interviene un vero e proprio esperto del settore, un veterano, Peppino Manzi, ex gestore del "Cluny bar" di Milano Marittima.Lui, per primo, inaugurò nella "città giardino" il cosiddetto piano bar.
Erano le prime serate al tavolino, addolcite dalle note di sottofondo; non certo quelle degli street bar, ma decisamente più inclini all'atmosfera.Poi é arrivato lo "sballo" e ora si cerca di fare marcia indietro, rimettendo a posto i cocci e correndo ai ripari.«I vari tentativi di ridurre lo sconsiderato consumo di alcol da parte dei giovani (da ultimo il divieto di distribuirlo nei locali pubblici dopo le 2), non é approdato a nulla - afferma Manzi -. La legge che impone al gestore la responsabilità di non somministrare alcol ai minori, a chi é in evidente stato d'ebbrezza e dopo un certo orario, é difficilmente applicabile».
«Questo - prosegue Manzi - perchè il personale non risulta sempre professionalmente preparato e i controlli riguardano locali straripanti di pubblico. E' il caso appunto delle discoteche, degli street bar e dei locali che organizzano happy hour, dove si distribuiscono grandi quantità di cibo ed alcol, con modalità contrarie alle normative Haccp (un sistema documentato di autocontrollo dell'igiene a cui sono sottoposte tutte le realtà del settore alimentare, ndr)».Ma sono anche gli ambienti stessi a condizionare negativamente i giovani.
«Come possa poi un giovane, che si avvicina agli ambienti considerati di aggregazione sociale, educarsi in questo modo al consumo, proprio non si sa. Tanto più che le bevande vengono proposte da pseudo professionisti dello shaker, somiglianti più che altro ai giocolieri del circo equestre. Prima di servire un drink fanno patetiche esibizioni, poi versano i miscugli alcolici».
Manzi, invece, una ricetta ce l'ha e riguarda
i «bicchieri graduati da una tacca», come avviene già in altri paesi europei. «Chi distribuisce alcol e cibo deve essere adeguatamente abbigliato; per un senso d'igiene, ma anche per far capire agli avventori che bere alcol é una cosa seria, da non affrontare come un gioco di compagnia. Mi reputo un anziano professionista del bere - conclude -, aperto alle novità che esigono i tempi, ma profondamente legato ai sani principi del mestiere».
(photo by calca)