'Faccio ballare la piazza nel nome di New York'. Benny Benassi a Reggio tra musica e immagini
Notizia pubblicata il 01 maggio 2009
Categoria notizia : Night Life
C’ERA UNA VOLTA Tony Manero: abito bianco, stivaletti a punta, passo inconfondibile, febbre del sabato sera. E c’era una volta, a New York, lo Studio 54, il simbolo dell’epoca disco e di una sfavillante vita notturna.
Quando il locale aprì i battenti, il 26 aprile 1977, Benny Benassi aveva appena dieci anni: «Ma era allora che cominciavo ad ascoltare le prime cassette dei dj famosi — ricorda con un pizzico di nostalgia —. E a sedici anni, scappavo dai miei per andare in discoteca al Marabù. Alla consolle c’era Enzo Persueder, un vero mito».
ADESSO è proprio lui, Benny, a essere diventato un “mito” internazionale della consolle: un giorno a New York, l’altro in Australia, un altro ancora in Austria o in Germania. Maestro dei remix, il disc jockey ha conquistato dischi di platino e si è aggiudicato un Grammy. Provate a inserire il suo nome su YouTube e troverete migliaia di video dedicati a lui. Eppure, come per il ‘richiamo delle radici’, ha scelto proprio Reggio per il ‘numero zero’ di NycNightclubbing, una nuova performance che poi presenterà in giro per il mondo. E in occasione della rassegna Fotografia europea, ci inviterà a scendere in pista stasera alle 22 nella suggestiva scenografia di piazza San Prospero, alle spalle del Duomo di Reggio.
AD ACCOMPAGNARE il dj set di Benny Benassi, proiettate sui palazzi storici, saranno le straordinarie immagini scattate da Allan Tannenbaum, fotografo newyorkese che proprio alla fine delgli anni ’70, quando lavorava per Soho News, settimanale della downtown, immortalò quella New York eccentrica e stravagante, con personaggi come David Bowie, i Rolling Stones e Iggy Pop, Truman Capote e Andy Warhol. E un eccezionale set fotografico con John Lennon e Yoko Ono.
Benny, come è nato questo progetto?
«Ho conosciuto Allan Tannenbaum tramite un amico, Ezio Burani, che da un paio d’anni lavora a New York come designer e art director. Allan è un personaggio di una forza straordinaria, e ha negli occhi (e nel suo obiettivo) quella New York che noi abbiamo vissuto come leggendaria. Ci è sembrato divertente unire la mia musica alle sue foto, per rivivere un’epoca e portarla al giorno d’oggi».
In che modo?
«E’ stato creato un video con un montaggio di foto scattate allo Studio 54 e nella New York della fine degli anni Settanta: è stato recuperato anche un video di Michael Jackson che parla di quel periodo. Io ho ideato una colonna sonora, che unirà i brani che contraddistinguono il mio stile elettronico con alcuni successi di quella stagione, magari remixati. Per esempio, The hustle di Van McCoy oppure Funky town, e una chicca dei T-Connection. Un’ora di set che desidero offrire alla mia Reggio: e ci tengo a sottolineare che io, per questa serata, non ho voluto cachet».
E dopo Reggio?
«Nei progetti, questa performance girerà il mondo. Già a metà maggio, la presenterò al Pacha di New York, poi in Florida. Ogni serata verrà accompagnata da una mostra fotografica itinerante. E poi stiamo pensando a un libro fotografico, accompagnato da un cd ispirato a quelle atmosfere».
Come sarà “mixare” in una piazza?
«Beh, sono sincero. Non c’è club che possa avere lo stesso fascino. E poi, sono sicuro, ci saranno tutti i miei amici. Praticamente una doppia festa».
http://www.flickr.com/photos/vamapaull