Darsena Bellaria secondo Italino Mulazzani
Notizia pubblicata il 25 ottobre 2008
Categoria notizia : Turismo
ITALINO Mulazzani, c'é speranza per questa benedetta darsena?
«Noi siamo pronti — attacca il notissimo imprenditore pesarese presidente di Portur, la spa deputata alla costruzione del nuovo porto turistico di Bellaria Igea Marina —. A dire la verità , siamo pronti da 4 anni».
BELLARIA, PARLA MULAZZANI
«Se il Comune dà l'ok, darsena pronta a partire»
E allora, cosa aspettate?
«Dobbiamo ancora avere gli ultimi permessi per iniziare i lavori. Devono portarla in consiglio comunale».
«Spero nel frattempo di non andare io... nei matti! — scherza Mulazzani —. Se devi diventare matto, meglio che succeda per una cosa divertente, non per cercare di fare il tuo lavoro».
E' una gara dura?
«Viene voglia di lasciare perdere, ce la mettono tutta — continua Mulazzani —. Mille permessi: Capitaneria, Arpa, Ausl, Comune, Provincia, Regione, conferenze e controconferenze. Vuol sapere una cosa?»
La dica.
«I croati mi fanno la corte. Mi dicono che se vado da loro a investire, in un mese mi arriva il permesso di costruire l'infrastruttura. Sanno che serve a migliorare la loro offerta turistica, e sono uniti e compatti».
Quasi come da noi.
«Dobbiamo pregare tutti per poter lavorare! Ma é possibile? Se voglio pregare, vado in chiesa. Come fa un costruttore, con molti dipendenti, in una situazione del genere».
Lei sarebbe pronto a partire con la parte mare, senza aspettare le prossime elezioni amministrative, a primavera?
«Macchè elezioni, noi vogliamo iniziare i lavori. Ripeto, appena vanno in consiglio, io parto. Ma senza tutti i permessi in mano non si può, ovviamente. E intanto i costi aumentato: siamo già a un 20 per cento in più rispetto a 4 anni fa».
Ottenuto l'ultimo via libera che attende, darebbe il via alle ruspe, anche se il contenzioso con ‘Veleno' Foschi per il ristorante Chiar di Luna non é risolto?
«Sì. Quello di Veleno non é un problema mio».
Però ha incontrato Foschi, per cercare una soluzione e fargli chiudere la vertenza?
«L'ho incontrato perchè lo conosco da anni. Ma lui sa bene che ha comprato quel posto quando sapeva che gli sarebbe stata tolta la concessione demaniale. Sapeva che sarebbe sorta la darsena in quel punto. Il suo é un pretesto. La sua é una vecchia struttura: gli ho proposto spazi nuovi, moderni. Non voglio fargli la guerra, ma se perde pagherà i danni».
Si parla di suoi contatti con imprenditori per cedere darsena e motore immobiliare.
«Niente di fondato». Quanto alla gestione, ha già un orientamento?
«Prima l'opera, poi di gestori ne troviamo dieci, non uno solo».
Pensate a un target di clientela medio o elevato, il che striderebbe con le decine di bazaar aperti negli ultimi anni?
«Il mercato nautico tira per le barche grandi, yatcht da 20-25 metri. Vedremo. L'importante é savare l'area, poi la ripartizione delle lunghezze si farà . Ma i servizi, tanti e di livello, ci vogliono. Non basta certo un bell'ormeggio».Â
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