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Rimini Amarcord. Sfida senza età, i ragazzi del ’59 vanno a canestro

Notizia pubblicata il 08 giugno 2009



Categoria notizia : Sport


NOSTALGIA canaglia, sotto canestro. In un caldo sabato pomeriggio, una quarantina di signori di mezza età si sono ritrovati alla palestra Carim per una partita che ha voluto celebrare una significativa ricorrenza.

I cinquant’anni del gruppo ’59, gli eterni ragazzi (Maresi, Fraternali, Orazi, Pari, i gemelli Janni, Baldelli e via dicendo) che giocavano assieme a basket negli anni delle medie e del liceo (e della Sala Mostre, mitico tempio della pallacanestro riminese), che adesso, con pancette, stempiature e chiome argentate, hanno deciso di rivivere quei momenti, soprattutto hanno voluto riassaporare il piacere dello stare assieme.

Fortemente voluto dall’ingegner Massimo Totti, playmaker di gamba veloce e fosforo in zucca, questo incontro-amarcord ha messo di fronte i ’59 e una selezione denominata Resto del mondo, dove hanno sgambettato altri giocatori ‘diversamente giovani’, da Ioli a Giglietti, da Quartulli a Santolini, da Villani a Massimo Bernardi, che smessi gli abituali panni di coach – è stato appena promosso in B1 con Trieste – si è calato nuovamente nel ruolo di tiratore e agonista innato.

Uno sparring partner per nulla di comodo, il Resto del mondo, tanto che alla fine dei tre (?) periodi hanno finito proprio per prevalere gli ospiti, con gli ultimi minuti che sono stati giocati alla morte, perché a perdere, amichevole tra maturi professionisti o no, non ci sta mai nessuno (60-55 il risultato). Si è giocato con le regole di allora – parliamo degli anni Settanta/primi Ottanta – quindi niente tiro da tre punti, così come si è reintrodotta la norma dell’uno più uno ai liberi, creando peraltro un po’ di sconcerto sia tra gli arbitri che tra gli stessi protagonisti.

FISCHIETTI d’antan anche in questo caso, con Romersa, Verde, Picone, De Vito e Pasquinelli a farsi la loro sauna, mentre una maglietta celebrativa ha voluto ricordare ‘Guidone’ Fraternali, un ex arbitro scomparso qualche mese fa, così come il gruppo ’59 ha fatto stampare per l’occasione la T-shirt dedicata a Gianmario Frisoni, uno di quei ragazzi che non c’è più. Adeguato pure il contorno, con alcune mature cheerleaders a bordo campo pronte a incitare i amici, mariti e fratelli. In un cartellone, poi, erano state riprodotte le foto d’epoca con gli stessi atleti che dovevano riconoscersi in quei pimpanti diciottenni con capelli fluenti e fisici tirati immortalati nelle immagini.
I GESTI tecnici, com’era prevedibile, hanno lasciato un po’ a desiderare, i canestri per alcuni tratti sono stati merce rara, ma la festa è pienamente riuscita. E dopo il match, come vuole la migliore tradizione, vincitori e vinti si sono ritrovati con le gambe sotto il tavolo. Per un’altra, divertente partita.
alb.cresc.

foto by http://waww.flickr.com/photos/