Confesercenti contesta i provvedimenti del sindaco e il piano dell’arenile
Notizia pubblicata il 25 febbraio 2009
Categoria notizia : Fatti Curiosi
CLIMA sempre più rovente tra bagnini e amministrazione comunale, dopo l’annuncio del sindaco Matteucci di voler vietare le feste in spiaggia oltre le 20 di domenica.
«E’ la goccia che ha fatto traboccare il vaso» sbotta il presidente comunale di Confesercenti, Gianluigi Gasperoni, che ormai non perde occasione per bersagliare l’inquilino di Palazzo Merlato. «Nessuna volontà di fare un muro contro muro — aggiunge subito dopo — ma occorre ripartire con nuovi elementi su una possibile mediazione». Perché lo stato dei rapporti tra operatori turistici e Comune si è deteriorato già dopo la presentazione del nuovo Piano dell’arenile, atteso da anni da chi investe, dà occupazione e trae i propri profitti dalle attività sulla spiaggia, e che ha deluso.
L’OPPOSIZIONE della categoria alla ‘linea dura’ scelta da Matteucci sulle feste in spiaggia è corale. Gasperoni parla a nome degli oltre centocinquanta bagnini associati alla Confesercenti. Ma sulla stessa lunghezza d’onda sono gli altri cinquanta gestori di stabilimenti legati all’Ascom. La nuova ordinanza che vieta le feste da ballo domenica dopo le 20, sottolinea ancora Gasperoni, «va esattamente nella direzione opposta a ciò di cui c’è bisogno; in tempi di crisi bisogna valorizzare le cose importanti per l’economia, e per noi il turismo balneare è una risorsa». Sono almeno trenta i bagnini che affiancano il leader della Confesercenti durante la conferenza stampa in cui si sono aperte le ‘ostilità’. Così parte all’attacco anche Carlo Monaco, del Wave di Punta Marina.
«Sta venendo avanti — dice — una politica proibizionista» contro cui decidono di far sentire la propria voce anche gli operatori che le feste non le fanno, perché «temono per una ricaduta negativa in termini di ‘attrattività’ di tutti i lidi».
A FARNE le spese potrebbero essere anche i circa tremila lavoratori stagionali impegnati nei bagni e le imprese dell’indotto. «Abbiamo già riscontrato la possibilità che gli stabilimenti non riescano ad assorbire tutti i dipendenti — segnala Gasperoni — dato che già il 2008 ha visto un calo dei fatturati». Ci vorrebbero, insomma, «più rispetto e attenzione» per un segmento così importante dell’economia ravennate. Invece arrivano «limitazioni continue» si lamenta Monaco, da parte di un’amministrazione che alle «tante idee» degli operatori per portare «gente di qualità senza alimentare lo sballo» fa orecchie da mercante.
Com’è successo anche per la stesura del nuovo Piano dell’arenile. Una «mannaia sui bagni», lo boccia Stefano Verlicchi, del Marisa di Marina Romea. Eppure lo strumento urbanistico che deve preparare il turismo sognato da Ravenna per i prossimi dieci anni era «fervidamente» atteso, dice Riccardo Santoni, direttore della cooperativa bagnini della Confesercenti provinciale. E i principi, diversificazione, qualificazione e destagionalizzazione, erano stati inizialmente condivisi.
MA A BOZZA presentata «le aspettative sono state deluse — continua Verlicchi — manca del tutto, ad esempio, un meccanismo di premialità, ad esempio in termini di superficie, per chi investe in tipologie costruttive innovative e poco impattanti, come il legno». L’associazione chiede dunque che si tenga conto delle sue osservazioni, e «da subito, già in fase di adozione del Piano».
I tempi «sono un segno di buona volontà, al Comune chiediamo coraggio». Ma se l’associazione assicura di non voler andare alla guerra e si dice anzi pronta a riaprire il confronto per un «un cambio di passo» (eventualmente anche ‘barattando’ la revoca dello stop al ballo la domenica con la chiusura all’1 di notte), gli operatori non si tengono. «Sicuramente alzeremo il tono dello scontro — insistono — se il Comune lo vuole siamo pronti».
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