Pesaro. Sottomonte parlano i Bagnini. Divertimentificio in retromarcia.Controlli in continuazione e verbali: 'Meglio gli aperitivi'
Notizia pubblicata il 08 giugno 2009
Categoria notizia : Turismo
SOTTOMONTE, un divertimentificio a metà. Nove bar di altrettanti stabilimenti balneari hanno l’autorizzazione per tenere aperto fino alle 3 di notte, con ascolto musica fino alle 2.
Ma il desiderio di silenzio assoluto di un paio di residenti, i «continui controlli» dei vigili, la scarsa volontà degli esercenti di barcamenarsi per un «guadagno che non vale gli sforzi» fanno sì che quanto è concesso dalla normativa venga sfruttato solo in parte. Cene e aperitivi a go-go, ma rare feste in spiaggia.
Solo bagni Bibi, El Portillo ai Gelsi e bagni Helios hanno in programma una festa settimanale fissa, con dj o musica dal vivo fino a tarda notte. Bagni Paradiso ha optato per una via di mezzo, confermando anche per quest’anno l’ormai tradizionale «aperitivo jazz» del mercoledì, che essendo un aperitivo, pur avendo la musica dal vivo, non si protrarrà oltre le 22 di sera. Gli altri stabilimenti (Margherita, Due Palme, Agata, Paradiso, Miramare e Azzurra) hanno puntato sulle cene.
«Una scelta di marketing», spiegano. Ma dovuta a che cosa? «Gli orari di lavoro sono disumani — è la risposta degli esercenti al confine con Fano, lontani da residenze —, dopo la festa dovremmo ripulire la spiaggia e alle 8 di mattina essere di nuovo in servizio al bar. E il guadagno non vale la fatica, oltre a non essere garantito. C’è la volta che va bene e la volta che non si coprono le spese».
Insomma, è un rischio. E non solo economico. «Finché ci sono una cinquantina di clienti si riesce a tenere sotto controllo la situazione — ha spiegato Claudio Paci di bagni Paradiso —, ma le feste popolate danno noia alle strutture, con danni ai lettini e agli ombrelloni. Per non parlare della sporcizia. Noi facciamo gli aperitivi il mercoledì e, sebbene sia una cosa tranquilla, fatichiamo a sistemare la spiaggia per il giorno dopo. Le feste le facevamo qualche anno fa, quando la clientela diurna era inferiore e avevamo bisogno di promuovere l’attività balneare».
Proprio per promuovere un nuovo servizio Fabio Patrignani e Raffaele Biagini di bagni Helios hanno deciso di cimentarsi nelle feste, dopo anni di oblio: «Ci siamo attrezzati per la ristorazione serale e faremo feste con gruppi che suoneranno dal vivo come intrattenimento per il dopocena. Non fosse che per questo non le faremo. Il guadagno economico non è stimolante, le spese raggiungono i 6-700 euro e i frequentatori sono sempre le stesse 100 persone, non è che aumentando le feste aumentano i partecipanti». Ma loro non devono fare i conti con le visite dei vigili, spauracchio dei bar più prossimi al centro abitato.
GIANNI Angeloni di bagni Bibi ha nel suo ufficio un fascicolo di una ventina di verbali: «Ci sfiniscono di controlli — dice — tanto da indurci a non fare niente,e poi sotto elezioni si vantano di incentivare il divertimento giovanile. Fanno promesse che non mantengono. Abbiamo esposti di continuo, l’anno scorso sono venuti persino i vigili del fuoco. I miei colleghi hanno ceduto, mentre io vado avanti, ma solo per passione».
Bagni Margherita l’anno scorso ha avuto noie per un karaoke, «che ancora non abbiamo capito se si può fare oppure no», ha detto Raniero Dragomanni. Bagni Due Palme ha preso una multa nella Notte bianca: «Durante le feste si è sempre a rischio perché non è chiaro cosa si può fare».
La difficoltà maggiore è rispettare i limiti di decibel: il massimo consentito è di 70 decibel fino a mezzanotte, pari, secondo «Wikipedia», al rumore di un aspirapolvere o della radio ad alto volume. «Andiamo continuamento nel parcheggio di fronte alla Confcommercio per verificare se a quell’altezza si sente la musica — commenta Angeloni — ma è difficile valutare se si è entro i parametri». Elena Bastianelli de El Portillo di bagni Gelsi ha raggirato l’ostacolo installando «dei pannelli antirumore e posizionando le casse verso il mare».
«CERCHIAMO di essere il più tolleranti possibile — spiega Stefania Marchionni dell’ufficio comunale —, ma quando ci chiamano i cittadini siamo tenuti a mandare i vigili e a fare i rilievi dell’Arpam». I cittadini in questione sono un paio in tutto, che con la cornetta del telefono in mano tengono in pugno l’intera zona. Chiedono giustamente tranquillità. Ma si potrebbe trovare un accordo se ci fosse la volontà di trasformare Sottomonte e Fosso Sejore in un divertimentificio, ma lo status quo sembra essere l’ideale per esercenti, residenti e amministratori.
foto by http://waww.flickr.com/photos/