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Aumenta l’incertezza per le imprese italiane che hanno effettuato investimenti a San Marino

Notizia pubblicata il 25 gennaio 2010



Categoria notizia : Fatti Curiosi


Tasse sui redditi 2009 da pagare in Italia per le Cfc? Sta diventando molto serio il problema delle aziende sammarinesi controllate da aziende italiane. Il Dl 78/09 non è chiaro sulla data di inizio e sui Paesi considerati fiscalmente troppo competitivi

Aumenta l’incertezza per le imprese italiane che hanno effettuato investimenti a San Marino costituendo attività nei più svariati settori economici, detenendone la proprietà anche parziale. Il decreto legge 78/09 che ha introdotto le nuove norme sulle ormai famose Cfc (Controlled Foreing Company) non è stato seguito da circolari esplicative che identificano esattamente gli obblighi di dichiarazione dei redditi prodotti all’estero da tali attività. Non si tratta di una questione irrilevante, dato che a San Marino siamo in presenza di numerose attività, dal campo bancario e finanziario fino a quello industriale, che sono collegate o sono di propretà di imprese che hanno sede in Italia.
I dubbi sono sostanzialmente due: il primo riguarda l’anno di riferimento per iniziare a fare la dichiarazione di tale reddito; secondo alcuni analisti sarebbe il 2010, ma altri ritengono che sia il 2009. Se così fosse, dato che sono stati concessi 120 giorni per ottenere risposta all’interpello di esclusione dal regime delle Cfc, il termine ultimo per presentare le richieste sarebbe addirittura il prossimo 18 febbraio. Il secondo dubbio,
ancora più importante, è quello di capire quali sono i Paesi considerati off shore o comunque con una imposizione fiscale inferiore al 50% di quella italiana per cui i redditi delle controllate devono essere dichiarati anche
in Italia.
Un dubbio che considerati i rapporti con il Ministreo dell’Economia, con l’Agenzia delle Entrate e con la Guardia di Finanza, non può avere che una risposta ancora una volta non favorevole per San Marino. E’ molto alto il rischio quindi che numerose (ed importanti) società con sede a San Marino debbano far rientrare i redditi prodotti a San Marino nelle dichiarazioni delle controllanti italiane, questo perchè ricadono nella fattispecie di controllate di aziende italiane, oppure di aziende che svolgono in via semiesclusiva attività con una singola azienda italiana, tali da considerare l’esistenza del ‘passive income’ (redditi prodotti senza un’effettiva azione imprenditoriale).
Una preoccupazione che ha già mosso alcuni commercialisti sammarinesi alla ricerca di delucidazioni per conto dei loro clienti, ma che se venisse confermata, magari con l’inserimento di San Marino nella lista dei Paesi in cui il regime delle Cfc è attivo, porterebbe un danno molto consistente sia per le imprese già operative, che per la possibilità di sviluppare nuovi investimenti provenienti dalla vicina Italia. Di fatto le imprese sammarinesi considerate Cfc, dovrebbero pagare le imposte anche in Italia