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Ferrara Buskers Festival: chi le canta e chi le suona
Notizia pubblicata il 27 agosto 2009
Categoria notizia : Eventi
AL BUSKERS FESTIVAL si suona con qualsiasi ‘strumento’: innaffiatoi, bidoni o pentole. E c’è anche chi offre la possibilità di inventarne di nuovi. A volte, basta un tubo o un vaso… Il Ferrara Buskers Festival, che si concluderà il 30 agosto, è anche questo. «La manifestazione più importante del mondo nel suo genere in cui artisti e spettatori riescono a coinvolgersi reciprocamente, annullando ogni tipo di distanza»: dichiara Luigi Russo, direttore artistico del Festival e presidente nazionale della Fnas (Federazione nazionale arte di strada).
E così, capita che ragazzi arrivati a Ferrara da tutta Italia o dell’estero rimangano stupiti dalla bravura di Linsay Pollak, capace di suonare carote, guanti e innaffiatoi. Ma anche che lui, australiano di Kin Kin (cittadina di 400 abitanti nel Queensland), esalti la correttezza di chi rimane ad ammirarlo: «E’ la prima volta che vengo al Festival di Ferrara. Mi piace questo pubblico. E’ onesto. Se gli piace la mia musica si ferma, altrimenti passa e va». E a considerare le persone che gli si fermano attorno, lui piace parecchio.
Proprio come i Manzella Quartet, la formazione bergamasca che si esibisce sotto il castello estense, capace di suonare praticamente qualsiasi cosa: bidon-basso (uno strumento creato con un bidone d’olio e fili per stendere), washboard (asse per lavare, suonato con un frullino da uova), pentole da castagne o leggii. In piazzetta Savonarola, invece, c’è il laboratorio “Non ti butto, ti suono”, aperto a chiunque abbia voglia di conoscere strumenti e allo stesso tempo crearli o inventarne di nuovi. Una specie di riciclaggio perpetuo ideato da Paolo Pasini, in collaborazione con Hera, in cui oggetti come tubi o bottiglie di plastica, vasi da fiori o lattine diventano flauti, fischietti, clarinetti, tamburi o maracasse