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'Racconto ai giapponesi come si vive in questa città'. L’artista Chizu Kobayashi e il suo blog 'made in Bo'

Notizia pubblicata il 11 giugno 2009



Categoria notizia : Cultura


ALTA, molto di più di quello che ti potresti aspettare da una giapponese, capelli rossi dal taglio vagamente manga, un sorriso ampio e contagioso, Chizu Kobayashi classe ‘78, artista e set designer originaria di una località sul mare a nord di Tokyo, ha deciso un pò di tempo fa di prendersi l’anno sabbatico in Italia, proprio a Bologna, dove la porta la sua passione per il cibo, che poi — ci fa sapere — «è l’aspetto del vostro paese che più incuriosisce i giapponesi, ed è anche l’argomento principale di quelli che frequentano il mio blog».

Infatti, su www.chizkobject.com Chizu racconta giornalmente la sua vita felsinea in giapponese, dove pubblica suggestivi scorci della città, raccoglie brani di vita “low life”, come ama descrivere il modo di vita bolognese, spaziando abilmente dalle tagliatelle e crescentine, alle abitudini delle nostre «antiche famiglie che abitano da secoli nelle stesse case, una cosa impensabile in Giappone, dove tutto, anche l’architettura, dura al massimo mezzo secolo».

Perché l’approdo a Bologna?
«Dopo aver finito i miei studi all’Accademia di Belle Arti di Tokyo, ho cercato di unire la mia passione per il lavoro manuale a quella per la comunicazione e l’ho fatto attraverso il cibo, elemento che secondo me unisce questi due aspetti. In Giappone le differenze sociali e anagrafiche sono molto evidenti e si devono rispettare una serie di comportamenti obbligati che regolano la vita sociale, ma a tavola queste differenze si appianano, le persone con il cibo si ammorbidiscono. Per questo mi è venuta l’idea di comunicare con oggetti e cibo lavorati per creare l’atmosfera».

Nascono così gli animali con mele e kiwi, coniglietti di uova, gatti di pane, permeati da quel sentimento animistico tipico della cultura nipponica. Dove ha realizzato il suo catering-zoo?
«Quando facevo pubbliche relazioni a Tokyo, spesso per i catering avevamo richieste particolari che non riuscivamo a soddisfare. Così ho creato io installazioni per Hermès, per il famoso ristorante fiorentino a Tokyo, Sabatini, e anche per un celebre ristorante francese, Pierre Gagnaire».

Ha anche collaborato con alcune riviste…
«... e anche per un programma radiofonico che si chiama Modaista, diretto da un italo-giapponese, Andrea Pompilio di origine bolognese, che aspetta una mortadella da me quando torno a Tokyio».

Perché, non si trovano?
«Sì ma poche, troppo poche».

Cosa incuriosisce di più i giapponesi del suo blog made in Bo?
«Il cibo in assoluto, che per noi come per voi deve essere di alta qualità. E la gente, come vive e quello che fa, piccole cose. Siamo curiosi in generale, ci piace sperimentare, infatti, adesso abbiamo scoperto il cibo tipico italiano, la cucina regionale è molto apprezzata e hanno aperto diversi vostri ristoranti in Giappone...».

Quanto rimarrà sotto le Due Torri?
«Mi piacerebbe per sempre, ma tra un pò scade il mio visto e senza contratto di lavoro non possono rinnovarlo».

photo by http://www.flickr.com/photos/kwl