La Cineteca si mette in gioco. Nasce il primo Archivio Videoludico
Notizia pubblicata il 20 marzo 2009
Categoria notizia : Fatti Curiosi
IL GIOCO è appena iniziato in Cineteca. Da qualche giorno Space Invaders, Super Mario Bros, Pac Man, Lara Croft e tutti i colleghi protagonisti di giochi elettronici interattivi, assieme a piattaforme celebri come Atari 2600, Nintendo 8-bit, Game Boy fino alla più recente Wii, hanno varcato la soglia della biblioteca Renzo Renzi in via Azzo Gardino 65/b.
Hanno trovato dimora e salvezza dall’oblio popculturale nell’Archivio Videoludico, sugli scaffali che già ospitano film e libri. E qui, da lunedì prossimo, grazie a otto postazioni console con collegamento a più piattaforme e due postazioni PC, potranno essere studiati, consultati e anche, naturalmente, giocati gratuitamente da tutti. Dai minori col permesso dei genitori.
L’IDEA di dare inizio all’archiviazione di questi giochi (per ora ci sono 820 titoli dalle origini e 10 console, quindi software e hardware, ma grazie all’accordo con i Publisher ci sarà un costante aggiornamento) che comunicano col fruitore grazie a un video e immagini in movimento e che all’inizio degli anni Settanta iniziarono a diffondersi tra la gente attraverso le sale giochi e le famose “arcade” (chi ha circa quarant’anni può ricordare di aver trascorso su queste postazioni parecchio tempo delle vacanze estive), arriva con grande intuizione da parte della Cineteca (l’ha proposta Andrea Dresseno, che lavorava al Progetto Chaplin), in un momento in cui il collezionismo è ancora pratica di nicchia e non esiste una vera e propria quotazione per hardware e software. Ci sono state interessantissime mostre dedicate ai videogame in vari musei, ma un progetto del genere, almeno per l’Italia, è davvero pioniere. Perché vuole contestualizzare fortemente il gioco nell’ambito cinematografico.
FATTO che si riscontra facilmente e che viene sottolineato da una prima iniziativa figlia del progetto: domani parte al Lumière la rassegna “Cinema che contamina”, sui film che hanno influenzato i videogame. Alla fine di ogni proiezione, si comincia con Blade Runner di Ridley Scott, verrà presentato un gioco, che in questo caso è Bioshock del 2007, e il pubblico potrà utilizzarlo. Il primo videogame largamente distribuito che si ricordi, Spacewar!, che mostrava due astronavi capaci di lanciare missili e il cui fine era abbattere l’astronave dell’altro giocatore risale al 1961 e da allora in questo mondo di cose ne sono successe parecchie. E’ diventato un business. Basta guardare ai dati forniti dall’Associazione Editori Software Videoludico Italiana tra i partner dell’Archivio, che ci racconta come l’industria dei videogiochi «rappresenta oggi un settore che ha realizzato solo in Italia nel 2007 un fatturato complessivo di oltre un miliardo di euro e registrato un tasso di crescita del +40% rispetto all’anno precedente».
Inoltre, se un tempo i videogame erano intrattenimento solo per i giovani, oggi sono diventati attrazione per il grande pubblico. Sono materia di studio e ricerca, vengono insegnati nella nostra università e analizzati in tesi di laurea. C’è da sempre un grande interesse verso questi parenti del cinema che proprio qui a Bologna, negli anni Ottanta, hanno visto lo sviluppo del primo gioco italiano, Bowls, da parte di Ivan Venturi, allora software manager della Simulmondo, oggi davvero felice per questa iniziativa della Cineteca, che narra alcune memorie sul suo blog “farevideogiochi.blogspot.com”. «Cinema e videogame condividono una storia di clandestinità — ha ricordato Gian Luca Farinelli, direttore della Cineteca —. Anche le cineteche sono nate in un momento in cui neppure i produttori erano interessati a un discorso di conservazione della memoria del cinema».
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