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Il futuro di Verucchio nelle parole della direttrice del Museo Patrizia Von Eles

Notizia pubblicata il 06 ottobre 2009



Categoria notizia : Turismo


Interessante articolo sul fascino della "Verucchio archeologica" che pubblichiamo integralmente. Verucchio con gli ultimi reperti emersi dagli scavi si scopre una piccola città ricca di storia e di fascino. A voi l'articolo e buona lettura. Verucchio è l'isola d'ambra incastonala tra le sponde del Marecchia e la sabbia dell 'Adriatico, ma e anche il sito archeologico che si è svelato in tempo reale a centinaia di migliaia di spettatori della rete (ricordiamo che nel 2006 Raytalk ha seguito in diretta il lavoro degli archeologi attirando l'attenzione di ricercatori oltreoccano). Per quattro anni, dal 2005 al 2009, il piccolo borgo romagnolo è stato sottoposto a indagini di scavo nella cosiddetta zona delle necropoli villanoviane.

L'isola d'ambra dell' Adriatico Oltre mille i reperti recuperati in quattro anni di scavi

Il Museo, allestito nell'ex convento di San Francesco, è una testimonianza della preziosità storica del luogo: la meraviglia dei gioielli e delle armi da parata, la rarità dei tessuti e dei piccoli oggetti di culto raccontano di un'eta dci ferro in cui uomini e donne si riconoscevano in una comunità che oggi ha la geografia di Verucchio. Questo ci sorprende e ci rende fieri, innegabilmente. Non e la prima volta che si scava qui, c'è anzi una tradizione ottocentesca che e stata riaffermata nel corso degli anni Ottanta del Novecento. Ma quel che è successo in questi cinque anni ci ha fatto scoprire l'archeologia come cosa viva, nonostante le tombe, nonostante l'affondo nel passato millenario.

Un'archeologa della Soprintendenza, decisa a guardare dentro la storia anche scoperchiando, è proprio il caso di dirlo, sepolcri principeschi, armata di tecnologia e accompagnata da un'appassionata squadra di studiosi, ci ha riservato straordinarie scoperte. E' lei Patrizia Von Eles, nonché direttrice del Museo civico archeologico, che così sintetizza questa grande campagna di scavo: "La piantina che abbiamo consegnato al Comune e il risultato di quattro anni di lavoro in cui siamo riusciti a localizzare e numerare ben ottantacinque tombe. Inoltre il sistema di documentazione utilizzato ci permetterà in futuro di recuperare tutte quelle informazioni che lo scavo inevitabilmente distrugge.

Per questi motivi, oltre che per le caratteristiche intrinseche del contesto archeologico, esso ha rappresentato un polo di attrazione per molte università italiane e straniere che in questi anni hanno inviato studenti e giovani laureati. Molte decine di loro hanno lavorato con il gruppo di archeologi e di restauratori professionisti che collaborano al progetto scientifico e alcuni sono entrati a far parte dell equipe permanente.

Nel corso di quest'ultimo anno, sono state indagate completamente otto sepolture e parzialmente altre due; i reperti recuperati, documentati in migliaia di foto e in oltre 200 planimetrie di dettaglio, sono oltre mille. Gli ultimi scavi nella necropoli Lippi hanno messo in evidenza un concentramento in quest'area di un ampio nucleo di sepolture composto da tombe, sia di adulti che di bambini, tutte appartenenti al gruppo aristocratico che aveva l'esclusiva nell'uso di questa necropoli, ma che certamente rivestiva negli equilibri interni ruoli particolari. Ne è prova tra le altre cose il numero di tombe di guerrieri, in particolare dotati di elmo, e la presenza in numerose deposizioni di troni in legno perfettamente leggibili, ad occhi esperti, nel terreno.

"E' stato anche affrontato ed e ormai quasi completato lo studio antropologico dei reperti ossei, ed è stato realizzato un database che contiene a oggi molte migliaia di reperti e un archivio digitale che raccoglie oltre quarantamila foto - ci spiega Patrizia von Eles - In parallelo è stata condotta l'attività di laboratorio per i primi interventi sui materiali recuperati. Le ossa ad esempio sono state oggetto di analisi antropologiche effettuate dall'Università degli Studi di Ferrara, analisi che ci possono indicare il sesso, l'età e le palologie.
Con l'Università di Modena ci sono invece in programma analisi chimiche per conoscere le diete alimentari. AI momento si sa che queste si differenziavano tra uomini e donne. ln una tomba, tra le cinque di inumati rinvenute, una ci dice, secondo l'esame del dna che li erano sepolte una donna di trentanove anni probabilmente e una bambina di tre o quattro anni". Come ci chiarisce l'archeologa della Soprintendenza, c'era necessità di concludere la campagna di scavo iniziata nel 2005 per mettere a frutto i ritrovamenti: "Avere scavato è il primo passo, ma se ci si ferma qui è una fatica inutile. Occorre smettere di scavare per dedicarsi al restauro, allo studio, alla pubblicazione e alla divulgazione. Occorre anche creare una cronologia che ci permetta di collocare gli oggetti ritrovati e appartenenti alla storia di un secolo (fine IX e tutto VIII secolo)". E' necessario addentrarsi nella comunità di Verucchio spaziando sulla penisola italica dell'età del ferro, considerare le affinità ed accettare le diversità di questi gruppi di gente forse più consapevoli della propria identità di quanto possiamo noi facilmente immaginare.