Un esercito di archeologi a caccia di reperti romani. Sono cinque i Comuni interessati alle ricerche
Notizia pubblicata il 29 aprile 2008
Categoria notizia : Cultura
CINQUE Comuni della Valconca uniti nella ricerca di antichi insediamenti romani, un evento provvidenziale pere promuovere l'entroterra riminese. A suggellare l'importante progetto, che ha per capofila il Comune di Gemmano da oltre un anno impegnato a proporre e pianificare l'intesa con i comuni limitrofi, sono Montefiore, San Clemente, Morciano e Montecolombo.
E' previsto addirittura la sottoscrizione d'un accordo di programma, in via d'approvazione nelle diverse sedi consiliari comunali. Per ben 3 anni la bassa Valconca, a partire dalla Piana di San Pietro, al confine tra Gemmano e Montefiore, sarà al centro delle ricerche archeologiche concesse direttamente dal Ministero dei beni Culturali all'Università di Bologna, Dipartimento di Archeologia di Ravenna. I primi scavi partiranno proprio là dove, gli echi del passato non si sono mai spenti, come testimoniato anche da antichi testi che già nel '700 parlavano della presenza di resti della civiltà romana e che qualche decina d'anni fa furono facile preda di tombaroli.
I lavori dureranno dal prossimo 5 maggio al 13 giugno e si concentreranno su due aree di circa 10m per 10m ciascuna all'interno del Podere Faetani. A condurli sarà il professore Andrea Augenti coadiuvato dal dottor Enrico Cirelli a cui faranno capo la responsabile degli scavi Mila Bondi ed il referente per i Comuni e la logistica Andrea Tirincanti.
L'AREA DI SCAVO attende 30 studenti universitari provenienti da tutt'Italia che, durante dei lavori, alloggeranno nel refettorio della chiesa di Carboniano. Gli scavi non danneggeranno gli antichi filari della tenuta Faetani, ma lambiranno la vecchia casa colonica che poggia le sue fondamenta su muri romani, dai quali é possibile scorgere alcune colonnine portanti di pavimenti rialzati, solitamente utilizzati in ambienti termali.
Si tratterà del primo scavo stratigrafico effettuato nell'area in cui in anni addietro vennero rinvenute braccia di statue, un sarcofago, capitelli e persino una lapide conservata al museo di Rimini con su scritto 'Municipium cotti'; da qui l'ipotizzare della presenza di una grande villa romana se non addirittura di un piccolo insediamento databile dal II sec. a.C. fino al VI sec. d.C.. Per i lavori saranno utilizzati strumenti high tech dal georadar al magnetometro sino alla valutazione di fotografie aerea e lo studio della vegetazione circostante; mentre per tutelare gli scavi l'area sarà posta sotto video-sorveglianza.
«Il nostro interesse – spiega Andrea Tirincanti – non é solo quello di scoprire la fase di vita dell'insediamento, piuttosto quello dell'abbandono dell'area probabilmente dovuta alle orde barbariche che misero in fuga gli abitanti verso le alture, portando alla nascita delle prime fortificazioni in Valconca». Gli scavi daranno risposte alle numerose ipotesi avanzate, magari anche sulla leggendaria città perduta di Conca. Una volta conclusi i lavori nella Piana di San Pietro, gli archeologi studieranno le murature dei castelli di San Clemente e di Monteolombo, per poi mettersi alla ricerca dello scomparso castello morcianese.
(foto di http://www.flickr.com/photos/caliope-olga)