Specie, habitat e doppiette ecco il piano faunistico
Notizia pubblicata il 23 luglio 2009
Categoria notizia : Fatti Curiosi
VIA libera in Provincia al nuovo Piano faunistico venatorio. I tecnici hanno monitorato le specie presenti sul territorio, gli habitat, il numero dei cacciatori ed hanno gettato le basi per uno studio che sarà alla base delle scelte venatorie dei prossimi cinque anni.
Il documento è stato approvato a maggioranza, contrari i gruppi FI-PdL e An-PdL, astenuta l’Udc. L’assessore provinciale Libero Asioli ha illustrato il piano che si compone di tre volumi.
Il primo, dedicato agli ‘Elementi conoscitivi (assetto territoriale e faunistico)’, contiene una serie di dati, analisi, tabelle e grafici, elementi conoscitivi relativi alle caratteristiche territoriali e faunistiche della provincia, e la descrizione qualitativa (analisi demografica, per settori di provenienza e professione) e quantitativa (trend negli anni) dei cacciatori degli effetti sull’esercizio della caccia. Le analisi hanno contribuito a indirizzare le scelte programmatiche che costituiscono il secondo volume su ‘Pianificazione territoriale e faunistica (2009-2013)’.
«Questa è la sintesi delle proposte programmatiche gestionali, faunistiche e venatorie per i prossimi 5 anni. La programmazione tende a far proprie le indicazioni legislative — ha spiegato Asioli — calandole nella realtà locale e a pianificare gli strumenti utili al superamento delle criticità individuate nella gestione conclusasi. Infine, nel terzo volume abbiamo compiuto uno Studio di incidenza. Partendo dal quadro conoscitivo dello stato di conservazione degli habitat e delle specie di ogni sito Natura 2000 provinciale, lo studio d’incidenza definisce l’attività venatoria, di gestione della fauna selvatica e le situazioni che incidono negativamente dentro il sito, sullo stato di conservazione degli habitat e delle specie per i quali sono stati istituiti i singoli siti della rete Natura 2000».
Valeriano Solaroli e Paolo Pula si sono espressi a favore del Piano, mentre Marta Farolfi (An-PdL) lo ha giudicato «ingessato culturalmente, senza proposte innovative» e Giovanna Benelli (FI-PdL) «un piano che non tiene conto dell’evoluzione in corso».
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