Applausi e commozione per Morganti «il giusto»
Notizia pubblicata il 21 novembre 2007
Categoria notizia : Cultura
Lui, ebreo perseguitato dal regime nazista negli ultimi anni della seconda Guerra Mondiale, si commuove a raccontare la sua storia, che quasi 65 anni fa si incrociò con quella di Guido Morganti e sua moglie Ada. I due cattolichini che lo aiutarono a sfuggire alla deportazione nei campi di concentramento e quindi alla morte. Una vicenda raccontata nel suo libro "Qualcuno si é salvato".
Ma non era questo il motivo della presenza dello scrittore a Cattolica, lui, infatti, era a palazzo Mancini per consegnare il premio Giusto tra le genti alla figlia di Guido e Ada, Bruna Morganti. Un premio, il 400esimo consegnato in Italia, assegnato a chi durante la Shoah ha salvato degli ebrei: «Un titolo del Corriere della Sera il 3 settembre del 1938 - spiega lo scrittore - in cui si diceva studenti ed insegnanti ebrei fuori dalle scuole questo é stato il mio impatto con la persecuzione contro gli ebrei. Da quel giorno i compagni di scuola e gli amici del parco non mi guardarono più con gli stessi occhi di prima.Fu una sofferenza enorme».
Parla, Cesare Finzi. Solo una volta la voce é rotta dall'emozione e si lascia andare a una lacrima, quando il pensiero va alla primogenita dei Morganti, deceduta proprio l'altro ieri. Poi però riprende il racconto, con lucidità : «Nel '43 la situazione stava degenerando - continua - e quindi fummo costretti ad emigrare da Ferrara. Tra zii, nonni e cugini eravamo in tredici ed arrivammo a Gabicce dove l'allora segretario comunale, Sgarbi, ci permise di ottenere dei documenti falsi.
Fu grazie a lui che conoscemmo i Morganti di Cattolica. Ce li aveva indicati come ottimi sarti per cucire i nostri cappotti».E qui l'incontro tra Cesare Franzi, la nuova identità dello scrittore che allora aveva solo 13 anni, e il sarto cattolichino a cui deve la vita: «Quando andammo a ritirare il cappotto e gli dicemmo il nostro vero nome - spiega Finzi - lui disse che Dio vi benedica. Mio nonno era stato un fornitore di suo padre e aveva annullato un debito che vantava nei suoi confronti, permettendo ai Morganti di continuare l'attività .
Da quel giorno Guido ed Ada ci diedero riparo immediato e un nuovo posto dove stare a Mondaino. Così fuggimmo ai nazisti che ci stavano dando la caccia.
Avrebbero potuto consegnarci alle autorità e guadagnare oltre 50mila lire, un enormità per allora, ma non lo fecero e ci salvammo. Oggi sono qui per ringraziarli».Un grazie anche da tutti i presenti, ritrovatisi in un lungo e spontaneo applauso durante la consegna del premio alla figlia Bruna.
(photo by KoFahu meets the Mitropa)