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L'Ikea parte a Pasqua Le polemiche adesso. Un via libera fra i veleni per il colosso

Notizia pubblicata il 29 ottobre 2008



Categoria notizia : Eventi


Via libera all'Ikea dalla commissione consiliare. Ora serviranno cinque mesi per il piano particolareggiato. L'apertura prevista é confermata a Pasqua. Ma é anche via libera a una (nuova) marea di polemiche.

Sollevate in commissione in mattinata da Alessandro Ravaglioli, capogruppo di Forza Italia, ed Edoardo Giudici (Popolari - Liberali).
E rilanciate nel pomeriggio da Confcommercio, Confesercenti e artigiani, durante un incontro chiesto ai capigruppo consiliari, di maggioranza e opposizione.
Giudici ha chiesto che il Comune invii all'Ikea la propria Squadra controlli edilizi, formata da vigili e tecnici urbanisti. Motivo: chiede un controllo di conformità  tra l'attuale previsione d'utilizzo della struttura, alimentare all'ingrosso, e quella per la quale dovrebbe aprire i battenti a primavera, commerciale al dettaglio.
« Se ci fosse difformità  vorremmo capirne i motivi, verificare eventuali abusi», dice Giudici.
Tesi condivisa da Ravaglioli. Che di suo ci mette la briscola: «Il Comune farà  poi un maxi-sconto di 5,4 milioni di euro all'Ikea, perchè?»
Un passo indietro. Come si ricava questa cifra? Dai dati forniti dallo stesso vicesindaco in commissione.
L'organismo ieri ha anche modificato le norme per completare il complesso del Caar, a Rimini Nord (dove c'é l'Ikea). In pratica, per completarlo si consentono «solo spostamenti di attività  esistenti, non nuove attività : il saldo commerciale sarà  zero», assicura Melucci. Al massimo, 19mila metri quadri, oltre Ikea.

CHI SI SPOSTA, deve pagare dei cosiddetti «superstandard». Soldi al Comune. Che sono 50 euro al metro quadro per chi farà  vendita alimentare all'ingrosso. Duecento euro al mq per attività  commerciali esistenti. Fosse applicata anche all'Ikea, il colosso svedese, coi suoi 37mila mq di superficie totale (16mila di superficie vendita) pagherebbe sui 7,4 milioni. Invece ne conferirà  al Comune soltanto due. Neanche in contanti: sotto forma di oneri di urbanizzazione, cioé strade, rotonde, servizi, illuminazione ecc.

«UNO sconto indebito, che grava sulla cittadinanza — tuona l'azzurro Ravaglioli —. E quei due milioni, in realtà  serviranno per la viabilità  interna: lavori che Ikea, per lavorare, avrebbe dovuto fare comunque! Quindi, un regalo nel regalo».
Risposta di Melucci: «Ikea ha un trattamento differente perchè considerato un soggetto polarizzatore, attrattore. Senza di esso, nessun altro operatore andrebbe lì. Quindi, un vantaggio per tutti». Una sorta di interesse pubblico... Di qui lo sconto. Ikea dovrebbe pagare 3,2 milioni di oneri di urbanizzazione. E conferire al Comune 50-80mila euro annui di Ici commerciale.
Di trasferirsi, ha intenzione certa il Mercatone Uno. Solo «contatti» per ora con Obi.
I dubbi della minoranza sono condivisi da Mirco Pari (Confesercenti), che nel pomeriggio insieme a Confcommerci e artigiani ha incontrato i capigruppo. Ne aggiunge di suoi, con Alessandro Andreini e Gianfranco Simonetti (Confcommercio): «Non crediamo sia praticabile il trasferimento di altre attività . Che ne sarà  degli spazi che lasciano? Come può Rimini imporre ad altri Comuni di togliere la destinazione e la licenza commerciale a chi si é trasferito?»

« DI FATTO — aggiungono le categorie — si crea un nuovo centro commerciale in zona Caar, che penalizza tutti gli altri operatori. E nasce in maniera sotterranea. Non va. Bisogna confrontarsi alla luce del sole». Le categorie parlano di «percorsi preferenziali inconsueti per il brand Ikea, fin dall'Atto di indirizzo del Comune. Perchè Ikea sì e altri no? La città  deve discutere del commercio del futuro. Non può saltare fuori ogni 2-3 anni un incremento squilibrato della rete commerciale».