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A 50 anni dalla Morte di Colui che inventò Lo swing all'italiana

Notizia pubblicata il 02 febbraio 2010



Categoria notizia : Fatti Curiosi


L'Italia del dopoguerra conobbe tre miti, il boom economico, la Seicento e Ferdinando Buscaglione noto Fred. Con lui la musica cambiò. Il finto gangster aveva in mano una pistola ma faceva fuoco dalla bocca. Ugola swing la sua. E Jazz.

Voce scaldata a suon di Whisky facile e annerita a dovere dalle sigarette, una vera bestemmia per il paese di 'O Sole mio, uso da secoli al melodismo duro e puro. Tante le cicche spente sotto i piedi di Ferdinando Buscaglione da Torino, classe 1921.

Una vera scomunica, per uno che come lui veniva dai classici. Dal Conservatorio per di più. Ma fu traviato dagli Usa e dal roc'n'roll, dai gangster cinematografici e dagli spacconi da film che gli fornirono il calco per la sua maschera da palcoscenico e per la sua faccia che piaceva anche ai bambini che guardavano “Carosello” prima di andare a nanna: in televisione sembrava piccola, piccola, piccola così.

Poi cinquant'anni fa, all'alba del 3 febbraio del 1960, ai Parioli di Roma si trovò di fronte un camion. Era grande, troppo grande per la sua Thunderbird rosa fiammante, colore poco da gangster.

Rivivrà In una Fiction tv, i più giovani potranno più o meno conoscerlo così come è avvenuto per Rino Gaetano. Chissà se il prescelto Filippo Timi sarà tagliato per il personaggio: i baffi ha dimostrato di saperli indossare bene nel Mussolini ancora socialista di Vincere ma quelli di Fred son altra cosa: «Sono Freddy dal Whisky facile/son criticabile ma son fatto così». Ce lo ricorda anche Giancarlo Susanna, critico musicale e voce storica di Stereonotte, autore di Niente popodimento che Fred Buscaglione!, (edito da Arcana editore, collana Songboo Big, novità negli scaffali) che ne ripercorre la vicenda umana e l'operazione di travaso dello swing nel sonnolento sound italico. Una biografia scandita dai testi delle canzoni, da “Che bambola” a “Teresa non sparare”, da “Eri piccola” a “Love in Portofino”. Arricchisce il volume una photogallery, con Fred che fuma, canta, beve.

E ride: «Come pagliaccio io rido nel dolore, rido di me, del mio perduto amor». Maurizio Ternavasio, giornalista de La Stampa, omaggia il torinese dello swing all'italiana ne Il Grande Fred (edizioni Lindau), con prefazione di Gianpaolo Ormezzano: «Noi di Torino sembriamo scemi invece abbiamo uno che canta lo swing - scrive Ormezzano - sembriamo provinciali, mentre abbiamo uno che è stato in America quando neanche sapevate che esistesse».

Fred Buscaglione. Cronache swing dagli anni Cinquanta” (Editori Riuniti) è invece il libro, uscito qualche anno fa, di Gioacchino Lanotte che tratteggia un Buscaglione protagonista, con le sue canzoni, nell'Italia che stava risollevandosi dal conflitto mondiale e guardava al futuro. In appendice le testimonianze di artisti in un modo o nell'altro influenzati dal cantante-gangster, fumettisti inclusi (disegnare quei baffi dev'essere un piacere), e una poesia dedicata a Fred dal suo grande amico e partner di canzoni, Leo Chiosso. All'improvvisazione Fred dedica tutta la sua vita. E anche la sua morte. Improvvisa più delle note.