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Tra i progetti del musicista bolognese disco e tour con il soprano

Notizia pubblicata il 19 marzo 2009



Categoria notizia : Cultura


MENTRE prosegue la promozione del suo ultimo libro Socc’mel (edito da Pendragon), grandi progetti si profilano all’orizzonte per Andrea Mingardi.

Sul fronte libro, domani presentazione alle 20 a Villa Beccadelli Grimaldi di Crespellano, alle porte di Bologna. Serata che nasce da un gaudente e più che mai locale connubio con l’associazione dei Vignaioli dei Colli di Bologna che proporranno in degustazione, agli intervenuti, i propri vini. Un abbinamento cultura-enogastronomia che ultimamente sembra quasi diventato un “must” forse per sottrarre il libro dagli angusti, ristretti e polverosi scaffali di librerie silenti e distaccate.
DA VERO bolognese, con trascorsi non del tutto rinnegati da biassanot, oltre che deus ex machina del Festival delle Arti, Mingardi è maestro nell’arte di comunicare, di raggiungere l’interlocutore ed acchiapparlo per le viscere catturandone l’attenzione e la passione. Tra le vittime più illustri un emiro del Qatar che ha puntato i piedi perché Mingardi presentasse nel suo paese l’uscita del nuovo disco inciso assieme a Katia Ricciarelli con un evento di portata spettacolare.
Di cosa si tratta?
«L’emiro — racconta Mingardi — ci aveva sentito duettare in un concerto in Svizzera, nella Basilica di Bellinzona, a Natale. Quando ha saputo dell’uscita di un nostro disco ha insistito perché lo presentassimo in anteprima mondiale in Qatar».
Il disco, dal titolo Il sacro e il profano¸ dovrebbe uscire dopo l’estate e conterrà anche due inediti del cantautore, naturalmente in versione duet.
«La location potrebbe essere un anfiteatro all’aperto ma è ancora tutto da decidere. Sarebbe carino proseguire con una stazione radio americana. Vedremo».
E’ interessante questo suo aspetto bipolare: da un lato l’attaccamento a Bologna e alla sua cultura, dall’altro l’apertura al mondo e ai palcoscenici internazionali…
«Vede, in realtà, noi siamo i peggiori nemici di noi stessi. La nostra terra è piena di artisti strepitosi, abbiamo la maggior concentrazione di creativi a livello europeo. In pratica qui respiriamo un’aria “incinta”: siamo sempre in attesa di partorire qualcosa di importante. Tuttavia molto spesso ci accartocciamo sul nostro provincialismo senza renderci conto che il nostro fermento culturale può essere considerato interessante a livello mondiale. Per cui se ci sono delle barriere io sono decisamente il tipo che le vuole togliere. Diciamo che quest’apertura è un atto di fede per questa terra, per quanto mi ha regalato in termini di esperienza che oggi vorrei esportare».
Tra le altre novità c’è anche un nuovo disco tutto suo...
«Sì. Sto rifinendo i testi. Lavoro alla musica come si facevano i dischi nell’era della beat e rock generation: si va in studio e si prova come se ci fosse un pubblico davanti, senza strumenti elettronici. Sarà una sorta di ritorno alla rivoluzione beat e rock che ha sconvolto il mondo della musica».

foto by http://www.flickr.com/photos/_fabrizio_/