Le offerte più convenienti
Prenota gratis
Nessuna commissione

Andrea Guerra parla d'amore con Muccino

Notizia pubblicata il 15 febbraio 2008



Categoria notizia : Spettacoli


Guerra, com'é lavorare con il più piccolo dei Muccino? Â«àˆ stato divertente lavorare con Silvio perchè é un vero terremoto, molto vicino agli appassionati personaggi che interpreta nei film. Benchè giovane é un vero trascinatore».

Cosa ci dice invece di un film come Feuerherz?Â«àˆ un film drammatico tratto da una storia vera. La protagonista é una bambina eritrea che viene addestrata alla guerra; due film diversissimi».

La sua filmografia é internazionale, nota differenze nelle diverse produzioni nazionali rispetto al suo ruolo?«Ci sono notevoli differenze di stile, in realtà  però in qualunque posto io sia le mie camere dominate dagli strumenti sono molto simili. Il mio amico compositore Carlo Siliotto per completare la sintonia con i "nuovi luoghi" si porta sempre dietro i suoi due quadri preferiti».

Nel comporre fa più riferimento alla storia o alle immagini?«Assolutamente alle immagini. Se il film tratta un tema ben identificato la storia é quasi un pretesto e allora si può cercare una chiave più universale per descrivere le emozioni. Però nei film di genere bisogna enfatizzare la storia».

Che genere musicale la ha più influenzata e ascolta?«Tutta la musica, etnica, classica, jazz, pop e le colonne sonore più di tutto».

Tra il 2006 e il 2008 ha ultimato 5 progetti, come si fa a ritrovare la creatività  ogni volta?«La creatività  non é un problema. L'energia invece può esserlo».

Plenizio (compositore) scrive: "Il musicista dovrebbe essere coinvolto al momento della stesura della sceneggiatura", é d'accordo?«Gianfranco é un mio caro amico, ma non sono d'accordo. Non vedo cosa sarebbe cambiato se Rota avesse letto la sceneggiatura di Amarcord o Williams di Schindler list o Moricone di Nuovo cinema paradiso e cito anche Henry Mancini per I Girasoli e Sakamoto per Il the nel deserto. Così sa quale sono le mie cinque colonne sonore preferite».

E lei invece da dove parte per comporre?«In realtà  le uniche cose che mi chiedo sono: é un film che descrive con la parola o con le immagini? C'é un clima di fantasia o di fantasticheria? Quale é il tema? Comunque tra Gianfranco Plenizio e me penso sia molto meglio fidarsi di Gianfranco».

Lei ha detto in un'intervista: "Non lavoro sul mio stile personale in modo che sia riconoscibile, cerco significati aperti per lasciare così al pubblico che s'identifica una soluzione personale", un artista può non essere personale?«Miracolosamente penso di essere coerente con quanto dissi. Cercare significati significa non descrivere solo oggettivamente le cose. Preferisco cercare di dare un senso di ineluttabilità , perchè questa sensazione ci unisca a tutti in una domanda comune che ognuno affronta come vuole».Che peso hanno avuto i luoghi dov'é nato nella sua formazione e nella decisione di fare il musicista?«Il carattere operoso e divertito anche nel lavoro e la fantasia sono secondo me qualità  tipiche della nostra terra».

Come é arrivato a questo particolare ruolo di compositore per film?«Ho avuto da piccolo una passione per i documentari di ambientazione subacquea che guardavo insieme a mia sorella Costanza, da lì ho iniziato per gioco a commentare con musiche artigianali delle vhs che registravo dalla tv. Poi queste musiche sono piaciute e via via tutto é iniziato».A quali progetti sta lavorando attualmente?«Ho iniziato la colonna sonora dell'ultimo film di Ozpetek che mi ha consegnato pochi giorni fa. A proposito di sceneggiatura, lui non me l'ha voluta dare e non vuole neanche che guardi il film prima di dargli il tema principale. Ha detto: "Siccome sai dove vado a parare, scrivi un bel tema, non ti distrarre con il film».

Se non avesse fatto il musicista cosa avrebbe fatto?«Probabilmente un lavoro vero».
(photo by Danyanais)