Ana Moura al Meeting di Rimini
Notizia pubblicata il 27 agosto 2008
Categoria notizia : Spettacoli
Ana Moura porta le note lusitane al Meeting di Rimini con tutta la loro carica di tristezza, preghiera, commozione, letizia Ne é stato contagiato anche il chitarrista italiano Marco Poeta cui é affidata la direzione musicale della serata
LASSà™ qualcuna la ama, certamente. A na Moura é, fra le giovani fadiste portoghesi , quella che può avvicinarsi di più all'empireo. Per carità . nessuna sarà mai come Amalia Rodrigues, ma se la si sente cantare senza saperlo, talvolta, nei brani più intimi potrebbe essere scambiata per la regina incontrastata (e incontrastabile) del fado.
Amalia é morta nove anni fa, Ana di anni ne ha 28 e ha davanti a sè un grande futuro dopo avere già avuto, pur alla sua giovane età , un intenso passato alle spalle. Stasera é l'ospite d'onore al Il fado, l'anima e la sua musica, alle 21.45 nell'Arena Ferrovie dello Stato della Fiera di Rimini, spettacolo collaterale al Meeting.
Al centro dell'evento il musicista Marco Poeta — il primo in Italia a suonare la guitarra portuguesa — e la sua Accademia del fado, l'istituzione recanatese che ha sposato la musica portoghese e che si é già espressa spesso a Lisbona con successo. Con Poeta (nella foto in alto), Paolo Galassi, chitarra acustica, Massimo Sbaragli, basso, Alessandra Losacco, voce.
Altri ospiti della serata, Francesco Di Giacomo e Silvia Mezzanotte, appassionati di fado, e il maggiore interprete di viola de fado (la chitarra classica), Jorge Fernando, scopritore di Ana e prima ancora di Mariza oltre a essere stato, giovanissimo, il chitarrista di Amalia.
«Il fado — spiega Ana — accade: ce l'hai dentro. Io fin da piccola ho sempre cantato e ogni volta che potevo ho inserito un fado anche quando cantavo in un gruppo pop».
Come ha affinato le sue qualità ?
«Nelle case di fado, dove non ci sono i microfoni e tutto é molto intimo. Noi giovani apprendiamo le finezze dello stile da cantanti più esperti».
Qual é il suo repertorio?
«Ovviamente i brani antichi, che sono sempre molto belli. Ma adesso cantiamo anche testi nuovi, perchè li sentiamo di più di quelli, pur splendidi, della tradizione: ed é per questo che i giovani si stanno riappassionando a questa tradizione»
Ana come Amalia?
«Non esageriamo, non sarò mai come Amalia. Lei era tutto: aveva tecnica, voce, anima, intensità , improvvisazione. Ma soprattutto aveva la cosa più importante senza la quale il fado non si può cantare: il cuore».
Però lei ha fatto anche una cosa più strana: ha cantato con i Rolling Stones...
«Esatto, allo stadio Alvalade di Lisbona ho cantato No expectations con Mick Jagger. Ne sono stata molto felice, una esperienza pazzesca».
Com'era nata?
«Mi avevano sentito e sono venuti al Bacalhau do Molho, la casa di fado dove talvolta canto. Ho eseguito il brano, Jagger ha filmato l'esibizione e poi mi ha voluto sul palco».
Un'esperienza straordinaria, ma Ana rimane soprattutto per il pubblico internazionale una grande interprete del nuovo fado, i suoi album Guarda-me a vida na mao, Acontece e Para alem da saudade lo dimostrano, e in tutti c'é la mano di Jorge Fernando.
Ma come vive Marco Poeta questo contatto con i due grandi artisti portoghesi?
«Il legame con Jorge e Ana dura da tanti anni, ma ogni volta é un'emozione: con loro tocco il Portogallo con le mie mani, é il riassunto di quello che faccio e vivo in Italia quotidianamente, sono i resoconti, gli esami di stato. Condividere con loro il palco é come fare il test finale, l'ultima prova»