L’associazione culturale trasloca a Casa Braghittoni. Trovata la nuova sede, ancora incerto il nome.
Notizia pubblicata il 12 giugno 2009
Categoria notizia : Cultura
DOPO un biennio di controversie, transitate anche per le aule dei tribunali, si chiude il cerchio sull’intricata vicenda scoppiata attorno alla Casa delle Aie. Gli ‘Amici dell’Arte’ hanno infatti trovato una nuova sede, a Savio di Ravenna, in cui traslocare la propria decennale storia.
«La nostra associazione ripartirà a breve da ‘Casa Braghittoni’» ha affermato la presidentessa Marilena Giacometti. «Il ristorante che ci ospiterà — prosegue — è un bellissimo casolare di campagna del ‘700 con alle spalle una storia centenaria che soddisfa la nostra necessità di trovare una sede adeguata. E’ facilmente raggiungibile, ha una dotazione di coperti superiore alle 200 unità, possiede un bel salone, un patio, ampi spazi all’aperto e una piccola saletta con camino che sarà riservata ai soci. C’è poi una costruzione che potrà ospitare un teatrino dove continueremo a svolgere le nostre iniziative culturali come facciamo da decenni, e dove allestiremo la nostra biblioteca».
La famiglia Braghittoni, in sostanza, continuerà a gestire la struttura, ma dovrà farlo rispettando le indicazioni eno-gastronomiche dettate dagli Amici dell’Arte: pasta e piadina ‘tirate’ rigorosamente a mano, carne cotta su brace a legna, verdure solo della zona. Il ‘metodo Aie’ quindi continua. Semmai la novità sta nella formula del rapporto. Gli ‘Amici dell’Arte’, dedicandosi soltanto alla ‘supervisione’ sulle pietanze ed alle attività culturali, non pagheranno nessun canone d’affitto. Tutt’altro: percepiranno una percentuale sui guadagni del ristorante per lo sfruttamento del marchio ‘Trattoria Casa delle Aie’, registrato dall’associazione stessa.
Sul nome che campeggerà sulla facciata della Casa Colonica, non si sono ancora certezze, ma i soci già rumoreggiano perché compaia in ogni modo il riferimento alle ‘Aie’. I dubbi sulla questione potrebbero essersi sciolti ieri notte durante il direttivo dell’associazione. «Contiamo di aprire entro il 27 giugno — conclude Marilena Giacometti — anche perché vogliamo arredare al meglio con il mobilio storico che possediamo e che è in parte è rimasto alle Aie dove viene sfruttato dai nuovi locatari». Qualche ferita, quindi, è ancora aperta. «Hanno cercato di tagliarci le gambe in ogni modo», aggiunge Giorgio Montanari. Intanto, nonostante le numerose defezioni post contenzioso con il Comune, i soci sono ancora 750 e sarebbero già pervenute 125 nuove richieste di adesione.
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