Dentro ogni casa... c’è Pacifico

UNA CANZONE la puoi scrivere guardando una foto o un ricordo sgualcito. Magari ripensando ad una storia letta chissà dove, una notte da qualche parte. Oppure la scrivi sporcandoti le mani di vita, guardando le finestre e le persone, ascoltando voci.

Ha scritto così le canzoni del suo quarto album Pacifico, sono nati così i nove brani che compongono Dentro ogni casa. Storie vere che racconterà in concerto, per un tour che si apre stasera a Carpi, alle 21 al Kalinka Club, e proseguirà in giro per l’Italia toccando anche Bellaria il 14 (Pjazza) e Bologna (Bar Wolf, il 18). Con il cantautore milanese ci sarà una formazione “pieghevole”, tre, quattro o cinque elementi a seconda dei luoghi e dei tempi: «Stasera saremo in tre, a Bologna suoneremo in quartetto. Cambiamo per esigenze dei locali ma l’essenza dello spettacolo è sempre la stessa: ci sono io, le mie canzoni, la musica, sinceramente».

Ha scritto tanto per altri. Per Gianna Nannini, Morandi, Bocelli... Sono canzoni che le restano addosso, anche se poi a cantarle è qualcun altro?
«Quando le scrivo non penso a me, penso a chi le interpreta ma ovviamente il cuore e i pensieri sono i miei, inevitabile che qualcosa resti addosso a quei brani».

Un album nuovo anticipato dall’uscita del singolo “Tu che sei parte di me”, dove figura proprio la Nannini. Com’è nata questa canzone?
«Avevo bisogno di uscire di casa, registravo conversazioni che poi riascoltavo e rubavo frasi qua e là. E’ stato un po’ come girare per la città, guardando finestre accese ad immaginare cosa fa la gente, a colazione, a cena, di pomeriggio. La vita, insomma».
Tornerebbe a Sanremo? «Con quello spirito no, non mi sono divertito perché non sono stato all’altezza di quella situazione. Se sei in grado di vivere il circo che c’è allora va bene, fai promozione e stai tranquillo. Io ricordo una grande angoscia, del resto Morandi me l’aveva detto: quello è un palco maledetto».

foto by http://www.flickr.com/photos/ziowoody