Italia. Boom degli alberghi 5 stelle. Nuove da Rimini dopo L'Hotel I-Suite ?
Notizia pubblicata il 14 gennaio 2010
Categoria notizia : Turismo
Alberghi sempre più lussuosi e con servizi di eccellenze: in Italia negli ultimi sei anni è cresciuto il numero di hotel a 4 e 5 stelle, mentre è diminuito quello di strutture a una o 2 stelle. La tendenza emerge da una ricerca condotta dal Centro studi Consodata, società di marketing del gruppo Seat Pagine Gialle su 31.193 alberghi e pensioni selezionati all'interno del suo database che alimenta il portale di ricerca "alberghieturismo"
Dal 2003 al 2009 il numero di hotel a 5 stelle è cresciuto dell''84%; +49% i 4 stelle e + 46% i 3 stelle. Mentre è calata del 28,3% la ricettività a una stella e del 13,2% quella a 2 stelle. Maglia rosa, nella scalata verso il lusso, al Piemonte che in sei anni ha registrato un incremento del 250% nei 5 stelle, del 79.6% nei 4 stelle e del 30,8% nei tre stelle.
II wellness diventa il must dei fine settimana, soprattutto di quelli sulla neve: centri benessere e spa sono presenti nel 5.36% degli alberghi italiani. In testa alla classifica Valle d'Aosta (17.5%) e Trentino Alto Adige (13,36%). Ma anche la vacanza con gli amici a quattro zampe è onnai parte del costume degli italiani: quasi il 53% delle strutture alberghiere accetta animali domestici
"La dinamica che abbiamo rilevato-commenta Ruggero Colombo, responsabile marketing inteligence e business information di Consodata- nasce da due fenomeni da una parte la riqualificazione di molte strutture alberghiere e il potenziamento della fascia media e alta del mercato per riequilibrare l'offerta low cost, ormai satura, di agriturismi e bed&breakfast; dall'altra la nascita di molte nuove strutture, +2,4% rispetto al 2003"
Ma qualità non significa solo 5 stelle. lo sostiene Bemabò Bocca, presidente di Federalberghi: «Non bisogna concentrarsi troppo sulla fascia alta con il rischio, poi, di dover abbassare i prezzi delle camere per mantenere tassi di occupazione alti. La sfida adesso si gioca sulla capacità di garantire un buon rapporto tra prezzo e qualità. Bisogna anche fare attenzione a non aprire troppi nuovi alberghi se non se ne chiudono altri per non saturare il mercato».
È uno sviluppo positivo, quello ad uso osclusivo del destinatario, non della ricettività di fascia alta in Italia, secondo Elena David, presidente di Aica, l'associazione delle catene alberghiere, la quale però avverte:
"La classificazione delle categorie alberghiere in Italia non è mai omogenea né tantomeno ci sono controlli nel tempo che garantiscano il mantenimento di determinati standard, tranne che nelle strutture che appartengono alle catene alberghiere, dove vigono regole precise. Il passaggio a una categoria superiore dovrebbe accompagnarsi a un processo di aggregazione da parte degli hotel indipendenti, in catene o in consorzi, sempre comunque rispettando le peculiarità dei singoli; così si garantirebbe e, anzi, aumenterebbe, il livello di qualità"