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'La città deve essere più accogliente' Le proposte degli operatori del centro e delle guide turistiche: 'Più servizi e segnaletica'

Notizia pubblicata il 18 febbraio 2009



Categoria notizia : Turismo


«UN PO’ di crisi c’è, e non solo a Ravenna. Mi sono confrontata da poco con alcune colleghe di Ferrara e anche lì la situazione è simile. Questo non significa che l’accoglienza ai turisti nella nostra città non possa migliorare. Si potrebbe iniziare da piccole cose, tuttavia importanti».

Silvia Togni, socia della cooperativa Abaco e presidente del sindacato delle guide turistiche aderenti all’Ascom, si riferisce ai servizi igienici pubblici, all’installazione di nuove panchine e di una segnaletica in grado di valorizzare ulteriormente il patrimonio artistico monumentale della città. Infine alla possibilità di un biglietto d’ingresso ai monumenti ravennati valido anche il giorno successivo all’emissione. Tutte queste proposte, racconta la guida turistica, erano state inserite all’inizio di dicembre in una lettera inviata all’assessore al turismo Andrea Corsini, a nome degli operatori del centro storico dell’Ascom.
«SAREBBE importante — osserva Silvia Togni — avere una segnaletica più idonea. Perché, ad esempio, non posizionare all’ingresso della città cartelli che indicano Ravenna ospite di monumenti patrimonio dell’Unesco? E ancora, molti non sanno dov’è la tomba di Dante, o la Rocca Brancaleone; perché non segnalare con chiarezza la presenza di quest’ultima, ad esempio, nella zona della stazione ferroviaria, visto che è a pochi metri? I negozianti ci raccontano che spesso i turisti entrano nei negozi per avere indicazioni sui luoghi d’arte. Quando non chiedono addirittura di andare in bagno».
QUELLO dei servizi pubblici è, per la guida turistica, uno dei punti più dolenti dell’accoglienza turistica ravennate. «In centro storico — assicura — praticamente non esistono. E quelli che ci sono, in piazza Baracca e via Pasolini, spesso sono rotti. Sarebbero utili in particolare nella zona dei Giardini Speyer, in quella del Duomo e della Caserma Gorizia. Andrebbe bene anche se fossero a pagamento, come accade in altre grandi città d’arte, come Firenze, Venezia. Magari con qualcuno all’ingresso che li tiene puliti».
E POI C’È la questione delle panchine: «Sono pochissime — conclude Silvia Togni — così siamo costretti ad utilizzare gli interni delle chiese come ‘punti di riposo’ per i gruppi. Una delle zone più critiche è quella del Duomo: non ci sono panchine né servizi pubblici, quasi nessun bar. Insomma niente di niente. Lo stesso vale per via Fiandrini, da dove si accede alla biglietteria di San Vitale. Si potrebbe rendere più accogliente per i turisti, soli o in gruppo, che aspettano in fila di entrare. Ora si devono arrangiare sui muretti».a.c.