Un Ferragosto con le donne e Gesù
Notizia pubblicata il 14 agosto 2007
Categoria notizia : Turismo
CESENATICO - Nella riviera dove ancora regge (?) lo stereotipo della seduzione, Dario Fo e Franca Rame si divertono a parlare di Gesù e le donne. «Quale miglior luogo della spiaggia di Ferragosto per far dialogare Maddalena e le Oranti, le pulzelle e le maritate, le peccatrici e le pure?», ride il Premio Nobel dopo il riposino pomeridiano sotto il porticato della casa di Sala di Cesenatico.
Saranno le donne dei Vangeli, quelle che Fo vede valorizzate da «un Gesù femminista che le sa amare e apprezzare» le protagoniste del Ferragosto degli autori. Una sfilata di figure femminili, antiche e moderne, pronte a vivacizzare la chiacchierata sulla spiaggia di Cervia dove domani Fo presenterà «Gesù e le donne», il libro scelto come spunto per la consueta rassegna di mezza estate con lo sbarco degli scrittori dal veliero letterario. «Una provocazione? E perché mai? - ribatte Franca Rame - Gesù amava le donne, le rispettava e considerava centrali. Il nostro è un Gesù carismatico, ma gioioso, capace di ridere, danzare, scherzare». L' inventore del grammelot è contento di affabulare di donne e potere in un contesto, come quello della Riviera, in cui la figura femminile è al centro della scena. «Le donne di cui parlerò sono sempre esistite - aggiunge ancora - pescando nei testi sacri tutte le caratteristiche umane che si ritrovano tuttora». Ecco allora che sulla battigia approderà il «Gesù rivoluzionario che sta dalla parte delle donne». Una battaglia femminista ante litteram, dunque. «Ai tempi di Gesù - continua l' arringa in favore dell' altra metà del cielo - la donna era emarginata, non potendo intervenire in un discorso pubblico, nascondendosi quando era mestruata e destinata all' isolamento almeno quaranta giorni dopo il parto: in realtà erano le donne ad avere in mano l' organizzazione della comunità e Gesù non fa altro che valorizzare questo ruolo». In Romagna però, ride di gusto, «il potere delle donne è indiscusso, da sempre». Si divertono ancora, Dario e Franca, come li chiamano da queste parti, senza aggiungere cognomi, a passare le ferie in riva all' Adriatico. «Ci veniamo da cent' anni - aggiunge Franca Rame con un filo di voce - , anche se mi piacerebbe fare solo la villeggiante, con la borsa del mare e l' asciugamano». E invece quelle della coppia del teatro (e non solo) sono vacanze di lavoro. Dal 1978, ossia da quando hanno acquistato il rustico nella campagna di Cesenatico, il rifugio estivo è diventato fucina dell' estro dei due instancabili protagonisti della scena artistica e intellettuale italiana. «Avevo intenzione di riposarmi dall' attività parlamentare - aggiunge la Rame - , ma sto lavorando all' editing del libro di Dario su Michelangelo che presenterà a Fiesole a fine mese». Sui tavoli della sala e dello studio sono accatastati libri e copioni. Fra questi anche quello della commedia «Non si paga! Non si paga!», un glorioso testo messo in scena dagli stessi attori negli anni '70, di cui però la coppia Fo - Rame firmerà ora solo la regia. «Un tema attualissimo, si parlerà di precari, di affitti, delle difficoltà delle famiglie di arrivare alla fine del mese». Altri fogli di manoscritti riguardano «La fine del mondo», un testo a tema ambientalista che Fo ha scritto con il figlio Jacopo. Nonostante anche in Riviera non manchino polemiche come quelle contro l' abusivismo commerciale («l' intolleranza è figlia del pregiudizio», si infervora la senatrice), Fo e Rame continuano a sentire Cesenatico e dintorni come un' oasi protetta, ma non isolata. «Siamo abitudinari ribelli anche in vacanza - è ancora il Premio Nobel a raccontare - . Proviamo a riposarci senza abbassare le antenne su ciò che succede nel mondo». Relax sì, ma sempre vigile. Con i giornali sottobraccio, Dario Fo preferisce la passeggiata in paese, mentre Franca Rame si fa vedere di tanto in tanto al Bagno Renata dove non disdegna nemmeno una partita a carte. «Ho conosciuto la riviera da bambino - ricorda ancora l' autore di Mistero buffo - quando da figlio di ferroviere venivo spedito in colonia. La prima estate l' ho passata alla Francesco Baracca di Cesenatico, da allora si può dire che non l' ho più lasciata, e sono passati più di settant' anni».