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2009: Un anno di eventi. La tragica scomparsa del Re del Pop Michael Jackson

Notizia pubblicata il 31 dicembre 2009



Categoria notizia : Musica


Musica. Il 25 giugno a Los Angeles stroncato da un infarto, moriva Michael Jackson. Il triste addio a Mister Thriller l'icona malinconica del pop. L'autore del disco più venduto al mondo,artista tra i più controversi, amati e discussi della musica di tutti i tempi,si è spento a 51 anni alla vigilia di un tour mondiale. La sua fine è ancora avvolta nel mistero

Lui non c'è più, la sua leggenda vive. A sbriciolarsi tra le fradice lenzuola di un maledetto 25 giugno 2009 è stato solo il cuore. E la sua eterna giovinezza. Lui, il Mito, di certo non sbiadisce. Chi ha avuto la fortuna di vederlo dal vivo, tra l'88 e il '97, in uno dei suoi straordinari Disneyland musicali in tour per gli stadi di mezza Italia, lo ricorderà per sempre. Un extraterrestre atterrato da un lontano pianeta : fascio di nervi e voce d'angelo al comando di un palcoscenico abbagliante , il suo leggendario “Moonwalk” che scivolava inclinato, anche di 45 gradi, nella meraviglia di un luna-park pirotecnico su cui lui volava solitario.
Ipnotizzante. Leggendario.
Avrebbe compiuto 52 anni quest'anno Michael Jackson, ma non ce l'ha fatta. È morto alla vigilia di un tour mondiale che aveva già registrato il sold out su 35 date e che ha lasciato un infinito strascico di dubbi sulle modalità di soccorso dei medici e sull'uso dei farmaci prescritti. La Leggenda, azzoppata dai debiti, voleva tentare il riscatto ma dopo anni di scandali giudiziari, decine di brutti interventi chirurgici, le accuse di pedofilia, la sua vita è andata in tilt come il cervello stanco di un vecchio computer. Il suo cuore l'ha tradito dopo una notte gonfia di tranquillanti nella quiete di Holmy Hills, la villa che aveva affittato sulle eleganti colline di Los Angeles, dopo aver venduto per 35 milioni di dollari il celebre Neverland Ranch, residenza-castello con 13 bagni, 12 caminetti, teatro, e parco giochi annesso voluto per i ragazzini più sfortunati.
Di quell'infanzia segnata da un padre-padrone (in seguito snobbato dal lasciato testamentario) gli era rimasto appiccicata addosso l'aria svagata e un po' timida da eterno bambino: complicato, scontroso, fragilissimo.
Alla ricerca continua di figure materne che lo riconciliassero con i fantasmi del suo passato, da Diana Ross all'amatissima Liz Taylor. Fragile ma potentissimo: era partito come il brutto anatroccolo con la band di famiglia, i Jackson Five, masticando il sound nero alla maniera di James Brown, ed era arrivato a conquistare le classifiche mondiali accaparrandosi per 50 milioni di dollari la proprietà editoriale di tutte le canzoni dei
Beatles.
Un Peter Pan del pop, certo, ma anche un uomo d'affari dal fiuto eccezionale: la sua potenza di fuoco fu tale che durante lo scontro con la casa discografica, la Sony, a soccombere fu il gran capo Tony Mottola costretto ad abbandonare con la coda tra le gambe l'ambita poltrona della major. Lui, ovviaovviamente, rimase ancorato al suo posto, ben saldo e, soltanto con la registrazione di “Thriller” (ancora oggi il disco più acquistato nella storia), vendette oltre cento milioni di album. La sua morte, show mediatico seguito in diretta in tutto il mondo da milioni di fan, rende inevitabilmente più pallida la scena della musica internazionale.
Ma il suo mito è destinato a non svanire: “This is it”, il film ricavato in tutta fretta dalle prove del concerto che doveva tenere all'Arena 02 di Londra, ha superato ampiamente i 100 milioni di dollari di incassi. L'extraterrestre canta ancora e balla, a passo di luna, tra i riflettori accesi delle stelle