Un Cuore Semplice Maria Paiato
il 21 gennaio 2008
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Al centro della piéce la figura della domestica Félicité, un'esistenza scandita dal lavoro, senza grandi eventi né accadimenti particolari. " Si alzava all'alba per non perdere la messa", dice Flaubert, "e lavorava fino a sera senza fermarsi un istante. Poi, terminata la cena, messe in ordine le stoviglie e sprangata la porta, sepolto il ceppo nel camino con la cenere, si addormentava davanti al focolare con il rosario in mano ". Aveva lavorato da sempre, sin da bambina, quando morti i suoi genitori era stata presa da un fattore che l'aveva messa a badare alle mucche in campagna. Una breve e infelice storia d'amore era stata la sua unica parentesi romantica. Una volta assunta come domestica dalla signora Aubain, lì era rimasta per cinquant'anni. La sua intera vita è dedicata agli altri (la sua padrona, i figli di lei, un nipote), alla Chiesa (la cui dottrina Félicité segue con la passione, l'innocenza e l'ingenuità di una bimba), alla casa, al suo adorato pappagallo Loulou . Vive le gioie e i lutti con la stessa intensità, la stessa muta adesione alle leggi della Natura. Apre il suo cuore a chiunque e, seppur spesso ferita o ingannata, in questa dedizione a ogni essere vivente , Félicité trova la sua ragione di esistere. Poi, così come ha sempre vissuto, termina la sua vita: da sola. Si spegne nel suo letto, dopo una malattia dolorosa, molti stenti, un po' di follia, regalandoci però, attraverso la'interpretazione sensibile e sofferta di Maria Paiato (Premio Ubu 2005), la fulgida e rara intuizione di un'anima pura, buona, semplice e, infine, necessaria.