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L'Ultima Volta Che Vidi Mio Padre Di Chiara Guidi Al Teatro Bonci Di Cesena

dal 18 al 24 febbraio 2010

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Cesena Altro

Descrizione dell'Evento

Dramma Musicale Animato Di Chiara Guidi
produzione

Socìetas Raffaello Sanzio, Espace Malraux/Scène Nationale de Chambery e de la Savoie, CARTA BIANCA - programme ALCOTRA - cooperation France/Italie, Festival Temps d'Image 2009/La Ferme du Buisson/Scene Nationale de Marne La Vallé, Regione Emilia Romagna Ministero della Gioventù - GECO

Non so disegnare una nota di Chiara Guidi
Non so disegnare. Circa un anno fa ho desiderato incontrare tre disegnatori e il loro tratto mi ha permesso di intravedere nelle loro opere altre forme che apparentemente non c’erano. Ho provato a nominarle chiedendo loro di realizzarle, guidata da una pulsione mitologica che volgeva il racconto al fiabesco ma non ad alcuna fiaba in particolare. Cercavo le tonalità emotive tipiche dell’ascolto di una narrazione orale. Volevo vedere la storia attraverso un percorso di scivolate e risalite, passaggi e interruzioni, salti e parallelismi, una storia che appare nello schermo per poi volgersi e sparire nella voce e nel suono, per poi riapparire nel disegno, seguendo una grammatica emotiva ondulatoria.
Nei Laboratori di ricerca vocale che ho condotto in diverse città ho raccolto i timbri e i toni adatti a delineare precisamente l’affetto di alcune parole, scelte in relazione al furore del tratto del disegno, al silenzio di una postura. Ho raccolto le voci ad una ad una, e solo alcune di queste sono uscite dal loro isolamento per innervarsi nell’animazione, modulando la temperatura del disegno a cui le avevo applicate. È stato un lento affiorare di forme e di nessi: le voci hanno gettato proposizioni e allacciato sottili relazioni, il cui punto di partenza non è stato un racconto, bensì un procedere dentro l’origine degli elementi trovati. Credo che la voce abbia anche una possibilità di visione tattile delle cose, percorrendo un mondo in cui le singole frasi e non i discorsi, la geometria delle forme e non il nome delle cose, l’angolazione dei gesti e non il loro scopo si allontanano e si avvicinano tra loro creando solchi e passaggi: c’è un testo dentro la voce e non una voce dentro un testo.

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