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Trapassato Futuro Carlo Cremaschi in Museo

dal 19 aprile al 07 settembre 2008

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Modena Altro

Descrizione dell'Evento

Quarta edizione di Dialoghi, serie che il museo dedica al rapporto tra le sue collezioni ottocentesche e l'arte contemporanea. La mostra nasce all'insegna di un rapporto molto stretto e personale dell'artista con l'intero Palazzo dei Musei, luogo del suo esordio nel 1965 con l'opera collettiva Zeroglifico realizzata insieme a Parmiggiani e a Spatola per la Sala di Cultura, che l'anno successivo ospita la sua prima personale.

TRAPASSATO FUTURO
Carlo Cremaschi in Museo
19 aprile - 7 settembre 2008
Museo Civico d'Arte, Palazzo dei Musei

Una mostra, questa di Carlo Cremaschi, che nasce all'insegna di un rapporto molto stretto e personale dell'artista con l'intero Palazzo dei Musei, luogo del suo esordio nel 1965 con l'opera collettiva Zeroglifico realizzata insieme a Parmiggiani e a Spatola per la Sala di Cultura, che l'anno successivo ospita la sua prima personale. In tempi ben più vicini ha realizzato nell'atrio del palazzo in occasione del Festivalfilosofia 2003 la performance Lavagna. La sede quindi é un luogo denso di presenze e di significati per Cremaschi, un luogo al quale si legano ricordi significativi, di cui lui stesso ci ha parlato mentre si lavorava alla mostra. Al museo iniziò ad andare col padre alla domenica quand'era ancora bambino, nel dopoguerra, vestito con gli abiti della festa. La visita a quelle sale piene di bacheche e di oggetti aveva il potere di trasportarlo lontano nel tempo. I complessi rapporti tra passato e presente, nel nome della memoria, trovavano poi altre evidenze; come per la mostra di fotografie dei campi di sterminio nazisti che brutalmente, lui bambino, gli rivelò gli aspetti più crudi della vita. E non dispiace pensare che anche in seguito ad esperienze simili sia maturata la scelta del suo percorso d'artista, anche per immaginare e creare un mondo diverso da quello descritto in quelle foto. Questa quarta edizione di Dialoghi, serie che il museo dedica al rapporto tra le sue collezioni ottocentesche e l'arte contemporanea, ha così un'impronta anche personale e autobiografica. Ce lo rivelano, entrati in museo, la prima sala, in cui troviamo allineati numerosi autoritratti, realizzati con tecniche e materiali diversi e, ancora prima di entrare in museo e nella mostra, quel prologo che, attraverso il Museo Lapidario Estense, conduce allo scalone di accesso al museo, dove sono esposte due opere significative, Linea Prototipo, che risale agli anni degli esordi, e Antico sonno, opera che richiama la capacità  evocativa del museo e la sua funzione di stimolo alla fantasia dell'artista. Una fitta trama di rimandi, di ricordi e di presenze, ha così generato una mostra che si presenta particolarmente densa, nella quale opere più o meno recenti, alcune delle quali realizzate espressamente per l'occasione, interagiscono strettamente con le raccolte museali, disposte come sono nelle diverse sale alla ricerca di un dialogo vario e multiforme con le collezioni che vi sono esposte. Sottolinea questo aspetto anche il catalogo, dove molte delle opere esposte sono riprodotte nella loro ambientazione museale. Ma il volume, seguito direttamente dallo stesso Cremaschi e realizzato con grande cura, ha un altro pregio non comune, il denso testo autobiografico nel quale l'artista ripercorre cinquant'anni di cultura modenese con un'ottica molto personale, di esperienza vissuta, e nello stesso tempo con un tono disincantato e quasi distaccato che lo rende, trovo, affascinante e significativo. E questa é forse una possibile chiave di lettura anche dell'esperienza che l'artista ora propone nelle sale del museo….

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