The Sisters of Mercy all'Estragon di Bologna
il 10 marzo 2009
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Data Concerto
09.03.2009 THE SISTERS OF MERCY - Milano
10.03.2009 THE SISTERS OF MERCY - Bologna
Il gruppo si forma nel 1980 a Leeds, Inghilterra. Le "Sisters of Mercy" (sorelle della misericordia) sono le prostitute nell'omonima canzone di Leonard Cohen: "Ci piaceva l'ambiguità tra il significato originario dell'espressione, che si riferiva a un ordine di suore, e quello adottato da Cohen - spiega Eldritch -. E la prostituzione ci sembrava anche un'ottima metafora per un gruppo rock". L'esordio con "The damage done", un pezzo di funk-rock, non lascia il segno. Ma presto la personalità di Eldritch (all'anagrafe Andrew Taylor) prende il sopravvento sulle altre "Sisters": Gary Marx (chitarra) e Craig Adams (basso). Nasce così il voodoo-rock di "Body Electric", che aggiorna i canoni della new wave con una carica demoniaca negli arrangiamenti.
Il 1983 è l'anno della consacrazione del gruppo nell'olimpo dark di Siouxsie and The Banshees, The Cure, Bauhaus e Joy Division. I Sisters of Mercy si affermano con un rock ultra-elettrico, propulso da scosse ossessive e intriso di riferimenti esoterici. Una formula figlia del dark britannico, ma che attinge anche dalle ballate morbose dei Velvet Underground e degli Stooges, dalle pantomime art-rock dei Pere Ubu, dall'elettronica nevrastenica dei Suicide, oltre che dalle litanie orientali e dal folk slavo. In sequenza, arrivano così i loro primi successi. "Anaconda" è una progressione rock da incubo, con un ritmo incalzante. "Alice", uno dei loro capolavori, riecheggia il sound più emozionante ed esoterico di Siouxsie, aggiungendo un brivido in più per via del canto lugubre di Eldritch. L'affiatamento raggiunto dai Sisters of Mercy porta alla pubblicazione del primo Ep, Reptile house, in cui si fondono suggestioni alla Doors ("Lights") e cerimoniali thriller come "Kiss the carpet". Escono anche due piccoli gioielli, come la cover spettrale di "Gimme shelter" dei Rolling Stones e l'ipnotica "Heartland", ma il trionfo arriva soprattutto con il singolo "Temple of love", uno dei capolavori del dark-punk e dell'intera storia del rock. E' una danza tribale e spaventosa, che vibra su una chitarra hard-rock selvaggia e su cambi di ritmo travolgenti, con Eldritch sempre più delirante, nei panni di una sorta di David Bowie delle tenebre. E' il culmine del loro cerimoniale horror e della loro musica malata e inquietante. Ingaggiato il chitarrista Wayne Hussey (ex-Dead or Alive), la band pubblica l'accattivante "Body and soul" e la ritmatissima "Walk Away", che fanno da preludio all'uscita del primo vero album, First And Last And Always (1985). E' una vera liturgia sepolcrale, dominata da una tensione costante e da una fiamma di pura follia onirica. Spopolano, tra i brani, la danza catacombale di "No time to cry", la ballata inquieta di "Marian" e la melodia spagnoleggiante di "Black Planet".
Nel frattempo, Hussey e Adams lasciano la band per formare i Mission, ma i Sisters of Mercy proseguono il loro viaggio negli inferi del rock con Floodland (1987), che si avvale degli arrangiamenti di Jim Steinman e del basso cupo di Patricia Morrison (ex-Legal Weapon e Gun Club). Il sound vira verso un'elettronica ancor più cupa e sintetica, ma pervasa sempre da una violenza selvaggia di fondo, come nella danza di "Lucretia my reflection" o nella iper-veloce "This corrosion", o ancora nell'incalzante "Dominion", a cui si accompagna una cover raggelante di "1969" degli Stooges.
Il successivo Vision thing del 1990 è però un mezzo passo falso, riscattato solo in parte da pezzi come la title-track e "More", in cui si avverte la mano sapiente di Steinman. L'ensemble, intanto, è cambiato ancora, con l'ingresso di Tony James (ex-Generation X e Sigue Sigue Sputnik). Nel 1992, esce una nuova versione di "Temple of love", impreziosita da un plotone di chitarre heavy-metal sovraincise, ma soprattutto dai vocalizzi magici della cantante israeliana Ofra Haza, che sprigionano l'anima orientale dell'immaginario di Eldritch. Il brano arriva al numero 3 delle classifiche britanniche, diventando il più grande successo commerciale della band. L'anno successivo è la volta del singolo "Under the gun", in cui Eldritch duetta con la voce sensuale di Teri Nunn (ex-Berlin), rasentando il pop più leggero.
Una successiva tournée in America con i Public Enemy non ottiene però i risultati sperati e da questo momento in poi i Sisters of Mercy, in polemica con la loro etichetta (la East West), non pubblicano più nuovo materiale, mentre proliferano bootleg di ogni tipo. "Sì, siamo la band con il record di bootleg", ammette Eldritch, che intanto continua a comporre canzoni interessanti, come la solenne "We are the same Suzanne" o la sinistra "Romeo down".
Il leader delle Sisters è un personaggio complesso. Appassionato di computer e di scienze filosofiche, ama i Depeche Mode e i Pere Ubu, ed è un fine poliglotta. "Ho scritto molto materiale in tedesco - racconta Eldritch, che oggi vive tra Germania e Olanda - e ho passato quindici anni a studiare francese. Il mio italiano è discreto, e conosco anche il latino. Me la cavo in russo e serbo-croato, ma ho quasi del tutto dimenticato il cinese mandarino che avevo imparato all'università di Leeds. I cinesi in Europa, infatti, tendono a parlare solo il cantonese. Infine, riesco anche a tradurre testi scritti in olandese, fiammingo, spagnolo e portoghese. Ma posso parlare fluentemente solo tre lingue...". Eldritich, noto per le sue battaglie contro il tatcherismo in Gran Bretagna, si definisce "un laburista di tendenze anarchico-sindacaliste" e si dice "moderatamente soddisfatto" del governo Blair. Ma ha denunciato più volte i guasti dell'individualismo nella società del Duemila: "Siamo intrappolati in un circolo vizioso d'incoerente utilitarismo, in cui nessuno ha più un valore in cui credere. Abbiamo perso la capacità di comunicare tra noi, facciamo tutti parte di un gioco di cui nessuno conosce le regole. E sono venuti a mancare anche i riferimenti culturali fondamentali. Per questo anche le Sisters fanno fatica a diffondere i loro messaggi. E' sempre più difficile fare breccia nell'indifferenza generale. Ma ritengo che i nostri testi, pieni di riferimenti e simboli, siano ancora importanti".
Così, nel 1998 Eldritch si libera dal vincolo con la East West, fornendo con lo pseudonimo SSV l'atteso nuovo disco. Ma Go figure offre solo della deludente musica techno su cui la sua voce ripete meccanicamente versi. Diffusa non ufficialmente su internet, l'opera non verrà mai pubblicata. L'anno successivo la band inglese compie un nuovo tour negli Usa, in attesa di pubblicare un nuovo album.
L'odissea dei Sisters of Mercy sulle rotte dell'oltretomba ha segnato una pagina fondamentale del dark-rock, e la voce da sciamano delle tenebre di Eldritch rimane, insieme a quelle di Peter Murphy e Siouxsie Sioux, la più emozionante di tutto il genere gotico. Il meglio del loro repertorio è contenuto nell'antologia Some girls wander by mistake del 1992