Tartufo di Moliére con Valerio Binasco, Carlo Cecchi, Angelica Ippolito, Licia Maglietta
dal 03 al 10 febbraio 2010
vedi sulla mappaTeatro Diego Fabbri Altro
dal 03 al 10 febbraio 2010
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Dalle note di regia di Cecchi si capisce il senso del teatro, di cui questo spettacolo é la rappresentazione. Una Compagnia di attori, dodici interpreti che calcano il palcoscenico con una lingua che é quella di Moliére tradotta da un grande genio che é stato Cesare Garboli. Il vero teatro, quello degli attori, che vi trascineranno in una storia di intrighi e conteggiamenti di amore e sotterfugi con un finale a sorpresa divertente e cantato. - Spesso mi domandano perchè ritorno così volentieri a Moliére. - dice Carlo Cecchi - Come Shakespeare, Moliére ha scritto per gli attori, e io sono un attore che lavora con altri attori. Una commedia di Moliére si rivela in scena, grazie agli attori. Le sue battute sono battute per un copione, non per un libro.
Cosa c'é di più emozionante e di più esaltante per un attore che accogliere quel dono che, alcuni secoli fa, due attori lasciarono a coloro che sarebbero venuti; ossia il dono di alcune piéces e di alcuni personaggi che gli attori futuri avrebbero potuto rendere presenti sulla scena? Ma tutto rimarrebbe lettera morta se, nel tempo, non nascessero grandi attori e grandi traduttori. Per nostra fortuna - e mia in particolare - é successo, nell'ultimo trentennio del secolo scorso, che il genio di un grande critico affondasse le sue radici in una vocazione teatrale fortissima; che una lettura critica di straordinaria intelligenza e originalità , fosse accompagnata dal talento mimetico di un grande attore: così abbiamo le traduzioni di Cesare Garboli.
Le note di regia sono un' enorme seccatura: uno spettacolo parla, se parla, da sè; non ha bisogno delle spiegazioni del "regista". Chi é Tartufo lo decidano gli spettatori. Noi, così com' é implicito nella traduzione di Garboli, oltre che nei suoi numerosissimi scritti su Tartufo, abbiamo cercato di mantenere, alla commedia e al personaggio, la loro sostanziale ambiguità ; superando il clichè dell'ipocrisia e vedendo il personaggio di Tartufo anche "in positivo": un servo che usa l'intelligenza e gli strumenti della politica per fare carriera e diventare, da servo, padrone. Ma tutto questo, e le risonanze contemporanee che la commedia e il personaggio possono produrre, é solo attraverso il teatro che lo si può cogliere. Figuriamoci poi in una commedia come Tartufo, dove il teatro é talmente importante da diventarne, forse, il tema principale
Foto di claudiaoo