Taglia, scolpisci, leviga
dal 07 aprile al 31 luglio 2008
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La Professoressa
Faik Nzuji Clementine, docente emerita all'Università Cattolica di Lovanio (Belgio), é un'esperta riconosciuta di semantica delle Letterature orali e di simbologia africane ed ha al suo attivo numerose pubblicazioni letterarie, poetiche e scientifiche nelle principali lingue europee. Per il nostro Museo ha scritto la sua prima opera pubblicata in Italia: “Le fonti del sacro nell'arte africanaâ€. Da questo libro é nata l'omonima mostra ora aperta al Museo. Il filo conduttore della Mostra, che non vuole essere solo un dispiegamento di oggetti da ammirare per il loro valore estetico, parte dall'idea – ben messa in risalto in tutto il libro –che “l'arte tradizionale africana é parte integrante del fatto religioso: é supporto e veicolo di credenze e riti relativi a realtà vitali per i suoi produttori. Gli oggetti che la costituiscono sono mezzi o luoghi di passaggio degli uomini verso la Trascendenza e da questa verso gli uominiâ€.
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Da qui il percorso della Mostra che si articola nei seguenti passaggi:
   * la fabbricazione degli oggetti ha origini divine;
   * tutti i miti africani della creazione riconoscono un Essere Supremo (Kalunga);
   * la vita dell'uomo sulla terra é connotata da malvagità , malattia e morte;
   * da qui il bisogno per l'uomo di rivolgersi, per aiuto, al Creatore, il quale però non         é    accessibile direttamente. Per avvicinarlo, gli uomini hanno bisogno di mediatori,            che diventano così “esseri di collegamento†e cioé:
   * esseri spirituali: antenati, spiriti e fantasmi;
   * uomini del sacro: indovini, guaritori, persone segnate dalla nascita;
   * segni simbolici incisi sul proprio corpo e sugli oggetti;
   * emblemi di potere e prestigio sacri.
Diventa chiaro così che tutti gli oggetti che l'homo religiosus africano fabbrica e cioé: statuette, maschere, insegne di prestigio ecc... incarnano e rendono visibili gli esseri spirituali, ovvero servono agli uomini del sacro per stabilire il “contattoâ€.
La visione attenta di questa mostra e la lettura del libro – impreziosito da stupendi testi di poesia e preghiera - offrono a tutti coloro che desiderano anche “capire†l'anima africana e la sua arte un'occasione illuminante e piacevolmente istruttiva.
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