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Descrizione dell'Evento

Piccolo Festival di Teatro di Montecchio Emilia, che si terrà  dall'11 al 15 giugno 2008

Piccolo Festival di Teatro di Montecchio Emilia, che si terrà  dall'11 al 15 giugno 2008.
Gli spettacoli inizieranno alle ore 21.30; l'ingresso agli spettacoli, nelle sere dell'11, 12, 13, 14 giugno é gratuito solo per gli under 8 e gli over 65 anni, mentre gli altri spettatori saranno tenuti al pagamento di un biglietto pari a € 8,00.
La serata conclusiva del 15 giugno sarà  invece effettivamente a ingresso libero per tutti. A eccezione della serata del 13 giugno, in caso di pioggia, gli spettacoli si terranno nel cortile interno del castello medievale. In tutte le giornate del Festival, per i possessori del biglietto di ingresso agli spettacoli, visita gratuita al Castello Medievale di Montecchio e alla mostra "Matilde di Canossa – Una Regina, Cento Castelli".

Mercoledi 11 Giugno LST – Teatro
Edoardo Siravo Vanessa Gravina in
Il cuore e la fede
Recital per Matilde
Drammaturgia di Alma Daddario
A cura di Manfredi Rutelli
Musiche eseguite dal vivo
Ne “Il cuore e la fede” Matilde si interroga, combattuta e al contempo affascinata, tra  due personalità  tanto diverse e significative, emblematiche di una stagione storica sulla via di un cambiamento epocale. Alle spalle, gli uomini della sua vita sono come fantasmi, voci evocate dalla sua coscienza, sia pure tanto condizionanti e determinanti nella sua vita di donna e regnante. Il padre Bonifacio, poco conosciuto eppure parte fondante del suo carattere, il papa Gregorio VII, maestro, guida spirituale, e tanto ammirato, e quello che forse fu l'amore della sua infanzia, il compagno di giochi mai dimenticato: il capriccioso, egoista e ambizioso Enrico IV.
Giovedi 12 Giugno
Giovanna che immaginò Dio
racconto popolare sulla storia di Giovanna d'Arco
Elaborazione drammaturgica di Silvia Frasson e Geppina Sica
Con Silvia Frasson e Alice Rohrwacher
Musiche eseguite in scena da Alice Rohrwacher
Raccontare la storia di Giovanna d'Arco era un nostro grande desiderio. Ma come poter dire ciò che noi ci eravamo immaginate della storia, i fatti, i personaggi, i caratteri, i respiri, partendo comunque da elementi storici?
Ecco dunque la scelta della forma: la narrazione. L'attore accompagna il pubblico dentro la storia, insieme la vivono come un viaggio, all'interno del quale l'attore tiene i fili di tutti i personaggi. Inevitabile uno sguardo preciso, una scelta , un giudizio, una posizione.
“Giovanna che immaginò Dio” é un canto in onore dell'immaginazione, della potenza creativa dell'essere umano. Immaginare che qualcosa si realizzi, vederla realizzata nella mente, é già  un modo per farla esistere. E l'attore non é forse colui che vede le cose che non esistono? E se le vede, e se attraverso il suo chiaro vedere, io le vedo, chi può dire che queste cose non esistono? Da qui la scelta della narrazione, da qui il lavoro su due binari: da una parte Giovanna, persona e personaggio che incarnò Dio e fece della sua vita una missione; dall'altra l'attrice che durante il monologo si fa “incarnare” da Giovanna e dà  voce e corpo a lei e a tutti i personaggi di questa storia.  
Alla raccolta del materiale su Giovanna, atti del processo e testi teatrali, abbiamo affiancato testi che rappresentano per noi domande pensieri riflessioni sulla nostra storia, quella di tutti i giorni; e allora grazie a Rilke che ci parla della solitudine di chi sceglie di andare verso il proprio destino ( e le parole di Rilke diventano le voci di Giovanna ); grazie a Anouilh che ci incita a non avere paura e ad andare avanti con coraggio ( e le parole di Anouilh servono a Giovanna per convincere il Delfino Carlo ad affidarle l'esercito ); grazie a DeAndré e a Villon che ci aiutano a parlare della guerra ( e con la Ballata degli impiccati Giovanna si rende conto di aver guidato il suo popolo verso uno sterminio ); grazie a Natalia Ginzburg che non si stanca di ripeterci che bisogna fidarsi della capacità  di sopportazione del nostro cuore ( e con le sue parole Giovanna fa cadere innamorato Jean, suo fedele compagno di battaglia ).
Quindi, una storia da raccontare, tante cose da dire, e non abbiamo bisogno di altro.  
La musica di una fisarmonica e la dolce voce di un'attrice accompagnano la narrazione, musiche che appartengono alla tradizione popolare: balli medievali, musiche pugliesi, campane, portoghesi e occitane; e raccontare una storia insieme alla musica é il modo più naturale per farlo e per farlo ricordare.
  Venerdi 13 Giugno - Arca Azzurra Teatro
Decamerone
Amori e Sghignazzi
 Da Decamerone di Giovanni Boccaccio
Adattamento di Ugo Chiti
Regia di Ugo Chiti
Scene di Ugo Chiti (ideazione dello spazio)
Con Giuliana Colzi, Andrea Costagli, Dimitri Frosali, Massimiliano Salvianti, Lucia Socci, Teresa Fallai e Alessio Venturini.
 Il sottotitolo recita Amori e Sghignazzi e questo, vuole significare la volontà  di una riscrittura intenzionata a muoversi sempre in un'alternanza di toni.
Gli sghignazzi delle beffe, i travestimenti, le doppiezze divertite al limite dell'iconoclastia, gli amori assoluti, i sacrifici estremi, la tragicità  solenne degli innamoramenti contrastati o negati diventano materia drammaturgia e gioco squisitamente teatrale.
Lo spettacolo prende a pretesto una delle novelle più squisitamente "boccaccesche" del Decamerone, la vicenda di Masetto che "si fa mutolo e diviene ortolano in un monastero di donne" per innestarvi altre novelle narrate dalle monache con intenti e finalità  diverse.
Dalla seconda giornata arriva la lunga odissea di Alatiel, mandata dal padre in sposa al Re del Garbo e continuamente rapita, concupita e violata. L'andamento circolare e ripetitivo del racconto suggerisce una tragicomica "involontaria" riflessione sulla condizione femminile. Dalla terza giornata arriva la storia di Alibech, che diviene romita e impara da Rustico l monaco, come si fa a "rimettere il diavolo nell'inferno", buffa, geometrica proiezione onirica di Masetto al femminile. Ultima novella narrata, dopo il fraseggio farsesco delle precedenti é la tragica vicenda di Isabetta e dei suoi tre fratelli. Isabetta é una delle "eroine" della quarta giornata dove il tema ricorrente di amore e morte trova proprio nella sua vicenda il vertice della dedizione sentimentale.

Tutti, uomini e donne, in quella grandiosa commedia umana che é il Decamerone, si muovono passando dal comico al tragico con lussureggiante invettiva. Uomini e donne colti in un perenne movimento che é equilibrio e balletto, rappresentazione reale e metaforica della vita osservata con occhio sarcastico e dolente assieme. 
Sabato 14 Giugno - LST – Teatro      
Istituzione Teatro Mascagni 
presentano 
Storie dell'Anno Mille
adattamento teatrale di Manfredi Rutelli
Dal racconto di Tonino Guerra e Luigi Malerba
Regia Manfredi Rutelli
Allestimento Riccardo Gargiulo
 
Millemosche, cavaliere senza cavalcatura, é un mercenario disertore che gira alla ventura con due compagni dal nome quanto mai eloquente: Pannocchia e Carestia, in un Medioevo in cui l'alternativa é morire di guerra o morire di fame. Animati da uno spirito epico di grande comicità , questi tre Cavalieri di sventura ne passano di tutti i colori; donne, battaglie, digiuni interminabili, caccia disperata e inutile al cibo (e quando finalmente esso capita a portata di mano pare un'allucinazione), avventure in convento, falsi miracoli, soldataglie e truffatori. In attesa di tempi migliori, sempre attenti a portare in salvo la propria pelle, Millemosche, Pannocchia e Carestia cercano, come possono, di contrastare la forza delle cose con la saggezza di chi é abituato a difendersi dalle prevaricazioni del più forte e dall'assurdità  degli eventi.
La tematica antieroica e antiautoritaria di questo esilarante racconto che si riallaccia ai personaggi di Gianbattista Basile, del Pulci, al Bertoldo e persino al buon soldato Schweik, é un efficace controveleno ai contenuti più vieti e più retorici di molta letteratura popolare.
 
Eventi collaterali
In tutte le giornate del Festival, per i possessori del biglietto di ingresso agli spettacoli, visita gratuita al Castello Medievale di Montecchio e alla mostra “Matilde di Canossa – Una Regina, Cento Castelli”.
 
Domenica 15 Giugno
Un futuro per Canossa
Una serata di incontro per illustrare i progetti di valorizzazione del territorio canossano, fiore all'occhiello della proposta culturale e turistica della Provincia di Reggio Emilia, con la proiezione in anteprima del filmato multimediale “Canossa e le terre di Matilde”.

 

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