Una nuova versione della "Tempesta" di Shakespeare firmata dal regista Andrea De Rosa
dal 07 al 10 gennaio 2010
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Con alle spalle un percorso di studi e regie di testi tragici - soprattutto nelle riscritture di autori come Hofmannsthal (Elettra) e Schiller (Maria Stuart), De Rosa affronta per la prima volta il teatro di Shakespeare, condividendo l'esperienza con Umberto Orsini dopo il loro incontro nel Molly Sweeney di Brian Friel nel 2007. Insieme a Orsini recitano Flavio Bonacci, Rino Cassano, Gino De Luca, Francesco Feletti, Carmine Paternoster, Rolando Ravello, Enzo Salomone, Federica Sandrini, Francesco Silvestri, Salvatore Striano. Allo spettacolo hanno collaborato Pasquale Mari (luci), Hubert Westkemper (suono), Alessandro Ciammarughi (costumi). Lo spazio scenico è firmato dallo stesso De Rosa con Pasquale Mari e Alessandro Ciammarughi.
Rappresentata per la prima volta nel 1611, La Tempesta è la penultima opera di Shakespeare. Rispetto agli altri suoi testi, presenta elementi di diversità: è priva di fonti, ha il rispetto delle unità classiche di luogo tempo e azione, ed è immersa completamente nel magico. Inizia con un naufragio e la distruzione della nave su cui viaggiano il re di Napoli Alonso, Antonio, fratello di Prospero, e il loro seguito. Artefice della tempesta è il mago Prospero, che nel raccontarne alla figlia Miranda il motivo, inizia a riferire la loro storia. Prospero era il legittimo duca di Milano, ma spodestato dal fratello Antonio, è da dodici anni esiliato con la figlia su un'isola abitata solo da Calibano, il mostro figlio della strega Sicorace, morta prima dell’arrivo di Prospero, e da Ariel, spirito al servizio del mago che l’ha liberato dall’albero nel quale era stato intrappolato da Sicorace. E ha inizio la commedia: Prospero con la sua arte “muove” i personaggi tenendo i fili della vendetta, del pentimento, della giustizia e dell’amore. La magia di Prospero è la magia nuova, rinascimentale (opposta a quella stregonesca del medioevo, di Sicorace) è una magia conoscitiva al servizio dell’uomo e del suo desiderio di sapere.
Barba bianca, lungo cappotto avvolgente di foggia novecentesca, Orsini/Prospero si muove in una dimensione onirica dove lo scontro con il selvaggio Calibano, il rapporto con il fedele Ariel e l’intricata vicenda dei suoi vecchi nemici naufragati sull’isola/mondo/palcoscenico in cui egli vive diventano imperscrutabili zone di mistero. "Prospero - ha spiegato Orsini - non è né il mago né il patriarca ma un uomo di oggi. C'è molto Beckett, e anche Pirandello, in questo personaggio, che si ritrova a mettere in scena la propria esistenza. È un uomo che riprende possesso di una ragione oscurata, capace di perdonare chi gli ha fatto del male rinunciando ad ogni proposito di vendetta. Perché capisce che il mistero della morte è invalicabile e che, dinanzi a questo, ogni artificio è inutile». ''La tempesta di Shakespeare - ha scritto invece De Rosa nelle sue note di regia - somiglia a un labirinto. Come in una casa di specchi, ogni volta che intravedi una via d'uscita, essa si rivela essere dalla parte opposta. Come in un miraggio o in un sogno, ogni volta che provi ad afferrare qualcosa, l'oggetto su cui credevi di aver messo le mani si dilegua. Finché capisci che ciò che conta non è l'uscita e che non c'è nulla da afferrare. Stare ad ascoltare le domande che il testo ti pone e restarci dentro (restare dentro alle domande, al labirinto) è l'unica via". La tempesta andrà in scena giovedì 7, venerdì 8 e sabato 9 gennaio alle 21; domenica 10 gennaio alle 16. Prezzi da 6 a 26 euro.