Sola me ne vo con Mariangela Melato
il 04 novembre 2009
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Mariangela Melato ci offre una carrellata di storie inventate e storie vissute, fa considerazioni personali sul modo di vedere la vita, cita testi teatrali di Brecht, Gaber, Shakespeare, Tennessee Williams. Ci racconta della sua Milano degli anni ’60 e dei suoi inizi nel mondo del Teatro. Ci racconta di sé come attrice e come donna che con orgoglio ha fatto della solitudine una scelta di vita ed è così, sola, che si presenta sul palco al suo pubblico.
La realtà della vita è un’avventura della fantasia. Sola me ne vo è un po’ una piccola avventura teatrale della vita di Mariangela Melato. È una parte della Melato. È un’occasione per vederla in scena senza “maschera”, sarebbe meglio dire: con una “maschera” diversa, che le assomiglia.
L’idea e il tema dello spettacolo sono lei, la sua sensibilità, i suoi ricordi, la sua immaginazione, la sua ironia e una grande voglia di giocare con se stessa. Lo spettacolo diventa un veicolo per raccontare e far conoscere altri aspetti di sé - attrice e di sé - donna nella vita quotidiana, aspetti poco rappresentati da lei finora in teatro, in quel teatro che apparentemente non la racconta in prima persona. È tuttavia chiaro che, anche Sola me ne vo, rappresenta una delle tante facce del gioco della finzione; è solo un teatro con codici diversi, apparentemente più diretti e vicini, in cui il personaggio protagonista è semplicemente Mariangela Melato. Una donna sola per scelta, con il suo modo originale e personale di affrontare il mondo, in questo caso cantandoci e ballandoci sopra, che fa dello spazio teatrale un contenitore dei suoi umori, dei suoi ricordi, delle sue fantasie, “diventando” lì dentro se stessa. Sola, ma allo stesso tempo assieme a tutti noi.
Uno degli obiettivi, infatti, di questa sfida è che alla fine gli spettatori, oltre ad aver visto uno spettacolo e ad essersi divertiti, possano dire di “essere stati dalla Melato”.