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Shantala Shivalingappa al Teatro Ariosto Di Reggio Emilia

il 25 febbraio 2012

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Reggio Emilia Corso Cairoli, 1  -  Reggio Emilia

Info: 0522 458845

Descrizione dell'Evento

Termine sanscrito usato per designare una pietra o una roccia che presenta in modo naturale le sembianze della divinità, come ad esempio Ganesh, il Dio dalla testa d’elefante, o Shiva, il Dio della danza.

SHANTALA SHIVALINGAPPA

Swayambhu coreografie Shantala Shivalingappa prima italiana

TEATRO ARIOSTO
Sabato 25 febbraio, ore 20,30
 
 
cembali e percussioni (Nattuvangam e Pakhawaj Pakhawaj) B.P.Haribabu
canto J. Ramesh
percussioni (Mridangam Mridangam) N. Ramakrishnan
flauto K.S.Jayaram

Swayambhu (suaya-mbu): “Colui che si manifesta spontaneamente” o “Chi si origina da sé”.
Termine sanscrito usato per designare una pietra o una roccia che  presenta in modo naturale le sembianze della divinità, come ad esempio  Ganesh, il Dio dalla testa d’elefante, o Shiva, il Dio della danza.
In modo più sottile, Swayambhu designa l’esperienza spontanea e  improvvisa di una presa di coscienza della realtà, un momento di grande  lucidità, dove si rileva la natura essenziale del reale: un campo  infinito di Unità, Fluidità, Energia.
Il danzatore diventa un artigiano-alchimista. Esce da quelli che sono i  suoi strumenti: movimenti, gesti, ritmica, dinamica, espressioni del  viso, musica, melodia, parole, uso dello spazio, luci, colori, estetica,  intenzionalità, stato mentale.
Ogni elemento è reso più acuto, osservato, soppesato e poi maneggiato  con cura, amore, delicatezza. Cerca l’alleato giusto che sarà propizio  alla manifestazione d’una espressione pura, dove la percezione sarà resa  possibile.
Una visione da cui si indovina la luce, ma di cui non si è mai provata  la forma con chiarezza, e che non ci si può aspettare di intravedere che  grazie a questa alchimia magica, che permette la sua rivelazione  spontanea: per un istante cade il velo dell’illusione, Maya in  sanscrito, ed affiora l’infinito...bisogna però che l’alchimia riesca.
 
Il percorso saggio e originale della danzatrice e coreografa Shantala Shivalingappa procede sul filo di scelte artistiche precise.
Riconosciuta interprete di Kuchipudi, danza indiana classica nervosa e  raffinata nei suoi cambi di ritmo, Shantala riesce a creare degli  spettacoli a sua misura, punte avventurose tra tradizione e modernità.
Nella sua nuova produzione si misura con un récital solo di kuchipudi,  percorso dalle molteplici influenze di cui è intessuto il suo cammino,  da Maurice Béjart fino a Bartabas passando per Peter Brook e Pina  Bausch.
Formatasi presso il maestro del genere Vempati Chinna Satyam che ha  permesso la rinascita del kuchipudi in India, Shantala ha messo a punto  un programma che esalta il gioco di contrasti che fondono questo stile.
Shantala ha messo a punto un programma che esalta il gioco di contrasti  che fondono questo stile. Rapida e sospesa, terrena e aerea, simmetrica e  asimmetrica, la danza gioca in un bilico sottile che Shantala  Shivalingappa adatta con precisione. Tra l’essenza di un’arte e la sua  incarnazione contemporanea, appare una scrittura personale.

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