Le offerte più convenienti
Prenota gratis
Nessuna commissione

Santarcangelo 39: la voce come visione

dal 03 al 12 luglio 2009

vedi sulla mappa

Rimini Altro

Descrizione dell'Evento

Santarcangelo è la prima città italiana che ha istituito un festival di teatro contemporaneo, trentanove anni fa. Il piccolo borgo è diventato da allora palcoscenico di un incessante laboratorio di linguaggi; una cittadina che si è fatta essa stessa teatro, diventando un nodo centrale delle attività della scena internazionale.

“Chiediamoci perché – afferma il presidente Giuseppe Chicchi – a 39 anni dalla nascita, ancora Santarcangelo dei Teatri seduce fino al punto da indurre tre importanti compagnie del teatro contemporaneo ad assumerne la direzione artistica e Chiara Guidi, quest’anno, a tentare l’avventura di invertire la curva rischiosa del declino. Rispondo così: la forza di questo Festival sta nel paese di Santarcangelo, nella struttura urbana del suo centro storico e nella devozione quasi religiosa con cui i suoi abitanti lo abitano. Per questo abbiamo condiviso l’idea che il palcoscenico di questo teatro sia il paese e abbiamo voluto che le sue strade fossero percorse da artisti, da voci e da suoni di ogni paese. Si rinnova lungo le scalinate e nelle antiche grotte tufacee di Santarcangelo, in forme moderne, il rito della conoscenza di sé e degli altri. Così l’arte, e la drammaturgia più di ogni altra arte, tornano a svolgere quel ruolo di impresa “civile”, di levatrice del sentimento di cittadinanza universale di cui abbiamo oggi molto bisogno”.

Santarcangelo 39 – che si terrà dal 3 al 12 luglio 2009 – è diretto da Chiara Guidi/Socìetas Raffaello Sanzio con la collaborazione di Massimo Simonini (direttore del festival musicale AngelicA di Bologna) e di Silvia Bottiroli (del Coordinamento critico-organizzativo di Santarcangelo 39) all’interno del progetto triennale Santarcangelo 2009-2011.
Originato dall’idea di voce come mitica fonte di visioni, Santarcangelo 39 si sviluppa come un’unica drammaturgia che investe l’intero paese, e vede l’elemento sonoro legare tutti i suoi eventi, spaziando come il linguaggio musicale e ricercando l’origine elementare della comunicatività umana e del teatro nella voce, dalla sua emissione animale fino al verso della poesia.
La voce come visione
“Per alcuni di noi – afferma Chiara Guidi – il suono, come una macchina che esce dallo spirito, può concepire e manifestare la forza di uno spazio, può renderlo possibile, visibile; come succede in teatro con la prima luce che appare sul palco, capace di creare un luogo gravido di promessa. Santarcangelo 39 parte da qui, da questa concezione di teatro che la musica mette in campo, diventando la forma stessa di un’opera in potenza. Abbiamo voluto vedere il teatro da questa angolazione, ripensarlo come luogo dello sguardo che i timbri e i toni del suono manifestano, proprio qui, nella prima città italiana che, pur non avendo un solo edificio teatrale, ha creato un festival di teatro trentanove anni fa”.
Il festival si aprirà con la presenza di Richard Maxwell (Usa), uno dei più innovativi autori statunitensi, capace di portare testo e musica al grado di essenzialità estrema, che con la sua compagnia The New York City Players presenta due lavori in prima nazionale e un concerto, muovendosi tra la distillazione del musical western e la radicalizzazione del country. E si chiuderà con Arto Lindsay (Usa-Bra), geniale artista newyorkese di origine brasiliana, che creerà un’orchestrazione pensata in esclusiva per il festival, e ispirata alla vicenda di Simone lo Stilita: un’onda sonora invaderà la piazza, dove ai piedi di alte torri si muoverà una folla di individui coinvolti.

City of Shadows
Attraverso le fotografie del russo Alexey Titarenko, scelte a rappresentare Santarcangelo 39 e tratte dal ciclo intitolato City of Shadows, si può leggere il festival come il luogo in cui confondersi nel passaggio, dove le biologie si polverizzano, e dove avviene una reazione esplosiva tra l’aria e le ombre. Ciò che si muoverà, tra i due poli fissati dal segno di Maxwell e Lindsay, sarà un cammino puntellato di ascolti, immersioni sonore, sorprese, incantamenti. Si potranno incontrare la performance storica di Alvin Lucier (Usa), l’artista che ha trasformato la parola in suono attraverso lo spazio, o la conferenza di Heiner Goebbels su un concetto di “dramma” che investe la percezione. Poi i laboratori vocali e i concerti: quello in chiave corale di Lawrence D. “Butch” Morris (Usa) su testi di Giovanni Pascoli, e quello dello sperimentatore estremista Phil Minton (Uk), un attaccante delle corde vocali; o anche le marce sonore di Lawrence Abu Hamdan (Uk), che fa delle scarpe uno strumento musicale.
E moltissimi allestimenti, installazioni, interventi e linguaggi disseminati ovunque e commissionati ad artisti di diverso genere ed età: realtà italiane di teatro contemporaneo, con un´attenzione a formazioni giovani o giovanissime che stanno sperimentando linguaggi diversi; artisti affermati a livello internazionale, ma dislocati in un asse che li estranea dal loro contesto e li mette in relazione all´idea-guida del festival. Oltre ai già citati, entreranno in scena le luci architettoniche di Apparati Effimeri (It), le coreografie raggelate di Jonathan Burrows and Matteo Fargion (Uk), le indagini all’origine del suono di Fanny & Alexander (It) e la voce cavernosa e subconscia di Arnoldo Foà (It). Ci sono poi una serie di “combattimenti”: la lotta improvvisa di Elie Hay (Fr), le figure animate composte dall’amido vibrante di Yoshimasa Kato and Yuichi Ito (Jp), il lancio del suono sul muro ad opera di Teho Teardo (It) e l’urlo di Kinkaleri (It).
Le macchine sonore di Masque Teatro (It) e quelle di Felix Thorn (Uk) dialogano con l’artigianato musicale dei Konono N°1 (Rcb). Muta Imago (It) si concentra sulla natura volatile del ricordo, Orthographe (It) è alle prese con la forza d’attrazione del gorgo, Davide Savorani si lascia sopraffare dalla storia profonda dei luoghi (It) e Zapruder filmmakersgroup (It), in due momenti distinti, esplora la tridimensionalità e compone tracce musicali per organo e fruste.
Chiara Guidi e Scott Gibbons, infine, pensano appositamente per il festival un’operazione di Teatro anatomico infantile, e all’infanzia si riferisce anche Sguscio (It) rivisitando il Bornaccino, luogo di un’esperienza santarcangiolese di pedagogia esemplare che ha visto protagonista il maestro elementare Federico Moroni. Fa da contrappunto al calendario degli spettacoli dal vivo, degli incontri e delle installazioni una programmazione di Radiodrammi, e si inseriscono tra gli eventi quotidiani anche una passeggiata di animali benedicenti, le visite guidate alle grotte a cura della Pro Loco, una gara di batterie, un canto di galli all’alba e la creazione di un Centro festival in piazza. Il gruppo AltreVelocità, in collaborazione con il coordinamento critico del festival, entra a far parte del programma con azioni di sguardo e pensiero, curando diversi materiali tra cui le trasmissioni di Radio Gun Gun.
Innervato nella città come un sistema arterioso molto articolato, il programma di Santarcangelo 39 risponde a una logica del contrappunto musicale e stabilisce una relazione tra la scelta e la fatalità dell’essere spettatori, ammettendo anche spettacoli all’aperto gratuiti e inaugurando una sezione di teatro spontaneo (realizzata attraverso il bando “SantarcangeloIMMENSA: teatro all’aperto, diffuso, immediato”.
Il programma di Santarcangelo 39 si integra nel progetto triennale Santarcangelo 2009-2011, che per prossimi due anni vede alla direzione artistica del festival, in successione, Enrico Casagrande ed Ermanna Montanari, con un patto comune di intenti per il rinascimento del primo festival italiano del teatro contemporaneo. Santarcangelo 2009-2011 si avvale del coordinamento critico-organizzativo di Silvia Bottiroli, Rodolfo Sacchettini, Cristina Ventrucci.

Luogo dell'Evento e gli Hotel nei dintorni