il 29 luglio 2007
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In celebration of Randy Weston's 80th birthday
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La sua musica incarna il più autentico humus afro-americano, traendo inesauribile linfa vitale proprio da una approfondita ricerca sugli stretti legami fra jazz e Africa. Come influenze formative Weston cita Count Basie, Nat King Cole, Art Tatum, Duke Ellington, ma soprattutto Thelonious Monk: il musicista originario di Brooklyn è infatti fra i pochi pianisti ad aver assimilato e personalizzato l'originalissimo stile monkiano. Dopo aver suonato in gruppi di rhythm'n blues, fra cui quello di Eddie Vinson, e collaborato con Kenny Dorham e Cecil Payne, Weston ha compiuto negli anni Sessanta i primi viaggi in Africa, iniziando quindi quell'esplorazione ritmica e sonora, oltre che spirituale, che lo porterà a realizzare opere importanti: da Uhuru Africa a Highlife, da Blues To Africa a The Spirit of Our Ancestors e Khepera. In questa (ri)scoperta delle radici africane del jazz, rimane significativo l'incontro con i Master Gnawa Musicians, depositari di una delle più antiche, affascinanti e misteriose tradizioni musicali del Marocco. Compositore raffinatissimo, Weston ha scritto numerosi gioielli, tra i quali "Little Niles" e "Hi-Fly". Il suo African Rhythms Trio, forte di due partner particolarmente congeniali al leader come il contrabbassista Alex Blake e il batterista Neil Clarke, è lo specchio fedele delle concezioni di un musicista che non è mai venuto meno ai propri principi, artistici e umani. |