Queens di BarbaraUccelli
dal 14 maggio al 02 luglio 2010
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Cinque regine dall’Alto Medioevo al Rinascimento– che corrispondo a cinque percorsi che dalla performance nascono e nella performance trovano la propria natura profonda – si presentano nella loro vita di donne al potere, nell’essere state grandi regnanti a dispetto del loro sesso, regine vere già consapevoli del loro destino fin dalla tenera età.
Il progetto nasce da uno studio sulla ritrattistica antica, dove il quadro era contenuto e contenitore e dove, oltre alla figura umana, le altre componenti dell’opera – gioielli, animali, fiori, paesaggio, vestiti – erano tutti simboli spesso più importanti nella comprensione della personalità delle stesse caratteristiche fisiche della persona ritratta.
Dunque un lavoro di simboli che, con i simboli stessi, crea il percorso performativo di grande impatto emotivo e visuale.
Eccole le 5 Queens, ognuna contraddistinta da un colore specifico, nel gioco simbolico che l’artista riattiva: sono Bianca di Castiglia, Eleonora d'Aquitania, Elizabeth I, Caterina De' Medici, Giovanna la pazza.
La mostra, come d’abitudine per l’artista, è site specific, studiata appositamente per la galleria Oltre Dimore e presenta cinque frame fotografici in cui i corpi della regine bloccano i loro movimenti in un fugace contatto con il pubblico. Le queens sono state fotografate, infatti, nei locali stessi della galleria dove saranno esposte, in modo da dare l’idea di abitare la galleria, i luoghi storici, i muri storici, di uscire dai muri stessi. così che nelle foto rimanga con il bordo grigio dei muri, il ricordo indelebile del luogo in cui sono nate come opere d'arte. Le stanze della galleria peraltro sono ospitate in un palazzo storico di Bologna - Palazzo Campeggi.
Le 5 donne giocano continuamente in un dialogo tra antico e moderno tra Storia dell’arte e contemporaneità, ma soprattutto in continuo rimando ai rapporti di potere tra il personaggio e il suo tempo, attraverso gli elementi simbolo inseriti nel ritratto; la figura nelle fotografia viene raccontata non solo attraverso la sua vita personale ma anche attraverso l'epoca del loro regno ma non solo.
Le Queens non sono presentate in paludati abiti rinascimentali, ma sono vestite e atteggiate in chiave fortemente contemporanea: i simboli, però quelli del loro potere, quelli della loro vita personale, sono anche gli “occhi” delle antiche donne di potere, un potere che rimane fino ad oggi, mutato nelle forme ma non nelle sostanze; la contemporaneità dell'opera sta proprio qui: nel riportare tali simboli all'oggi, al tempo in cui viviamo, per vedere che il potere non ha epoche, che il dominio, che le caratteristiche del potere non cambiano nel corso dei secoli. forse cambiano i nomi, ma non i significati.
Guardando la sequenza dei cinque ritratti ci si accorge quindi che ogni oggetto è un simbolo e ogni simbolo è un evento delle loro vite. il ritratto ritorna ad essere una tavola degli elementi, una pagina per insegnare, istruire lo spettatore, una carta degli appunti da cui partire per capire l'opera. L'opera così si spiega da sola.
In quest’ottica, ai cinque grandi frame (cm 200x125) sono legati 10 dittici 50 x 50 cm che rappresentano uno zoom ravvicinatissimo di 10 simboli contenuti nei ritratti principali.
Completano la mostra un video con i quali si “attiva” un gioco simbolico tra il tutto e il particolare, che trova le sue radici nell’antica arte fiamminga e la sua ispirazione nella tecnica performativa, e un abito scultura realizzato lavorando all’uncinetto il fil di ferro zincato.
Ecco che la fotografia quindi diventa il mezzo dell’artista, e non la tecnica espressiva, per rendere quella visione del senso performativo della mostra che costituisce l’essenza stessa dell’arte di barbarauccelli e che si compie attraverso elementi video, oggetti, scultura e, ovviamente, gli interventi diretti dell’artista una finale simbiosi con i vari personaggi dei suoi percorsi performativi, diventando tanto intima con il personaggio stesso da saperne esprimere l’anima, le vicende e i simboli trasformandosi in una forma di bovarismo, in questo caso delle cinque regine.
OLTRE Dimore è un progetto nato da Antonella Atti, arredatrice e titolare del negozio Dimore che da 12 anni si distingue nel contesto urbano per innovazione e creatività.
Mossa dal desiderio di un nuovo modo di comunicare con il pubblico, ha dato vita al progetto OLTRE Dimore, un luogo d'incontro con l'arte, proponendo opere dal forte appeal estetico.
Articolandosi come un raffinato atelier, lo spazio riunisce in sè tutte le caratteristiche di galleria d'arte e spazio espositivo.
L'obiettivo è la creazione e la promozione di mostre e performance artistiche basate sul libero confronto tra differenti forme di sperimentazione.