Quasi perfetta
il 04 marzo 2009
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La sua è un storia come tante in cui un disagio, apparentemente nella norma, si trasforma e si amplifica fino a sfociare in una grave patologia.Intorno ad Alice, evocate dall’attrice stessa, ruotano alcune figure significative: una madre competitiva e poco accogliente, un padre assente, un’amica che non capisce, un amore mai corrisposto.
Con Alice viene portata in scena una sorta di diario a flash-back, a ricordi, a immagini; la personalità della protagonista si trasforma, i suoi pensieri diventano ossessione. Pian piano il suo disagio, nato, come spesso avviene, in modo subdolo e silenzioso, si fa eclatante e disperato. Sarà nella verità delle parole che Alice pronuncia alla fine dello spettacolo che si troverà una risposta alla disperata richiesta di aiuto: di anoressia si può e si deve guarire, e lo si può fare attraverso l’aiuto di chi ci ama e ci è vicino e che, con cura, ci saprà indicare un percorso per ricominciare a camminare da soli.
“Quasi Perfetta” è uno spettacolo forte e necessario, mai lacrimoso né patetico, che ci fa confrontare con l’attualità e la durezza del tema grazie al linguaggio evocativo e simbolico del teatro. Il disagio qui narrato è quello di un disturbo alimentare, ma vuole essere anche un modello per analisi e riflessione su altri disagi psichici e psicosomativi del nostro tempo, quale l’alcolismo, la tossicodipendenza, la depressione.