'Quando combattono gli elefanti' di Simone Amendola
il 06 ottobre 2009
vedi sulla mappaRimini Altro
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A Rimini diminuiscono gli infortuni sul lavoro; per la prima volta dopo molti anni si registra un’inversione di tendenza, ma non si può abbassare la guardia, perché i 9.847 infortuni denunciati, di cui 4 mortali, rimangono ancora troppi.
Il calo è del 3,1% e risulta più accentuato di quello registrato in Emilia Romagna (-2%) e nel resto del Paese (-1,7%). Guardando più da vicino i dati, si nota che nel territorio riminese il numero di incidenti diminuisce più per le donne (-6,3%) che per gli uomini (-1,9%).
L’incidenza degli infortuni in cui esse risultano vittime si attesta al 28%, valore sostanzialmente allineato alle medie degli altri riferimenti territoriali considerati.
La diminuzione degli infortuni riguarda tutti i settori dell’economia territoriale, ma è particolarmente accentuata nelle costruzioni (-11,5%), da sempre considerato un settore ad altissimo rischio. Esaminando i 4 infortuni mortali, si rileva come 3 di questi siano avvenuti durante gli spostamenti per cause di lavoro.
E su questo tipo di infortuni - “in itinere” (tragitto casa-lavoro e ritorno) e incidenti stradali - anche se fortunatamente non sempre mortali, il trend è negativo, rispetto ai dati regionali e nazionali.
Un altro punto critico riguarda i lavoratori extracomunitari, parasubordinati e interinali, per cui la percentuale di infortuni è invece in aumento, come già accadeva negli anni passati.
Le cause sono da imputare a vari fattori, tra cui la difficoltà della lingua per gli stranieri, la poca esperienza e formazione e, non ultima, la ricattabilità.
Una contabilità tragica, il bollettino di una guerra quotidiana invisibile e silenziosa che l’Anmil (Associazione nazionale dei mutilati e invalidi del lavoro) ogni anno, la seconda domenica di ottobre, ricorda con iniziative e manifestazioni in tutti i comuni capoluoghi di provincia.
In programma Quando combattono gli elefanti (2009), l'esordio nel lungometraggio di Simone Amendola sullo stato di (in)sicurezza dei treni italiani. Racconti di lotta, di resistenza e di solidarietà che il giovane regista romano, in sala a discutere con il pubblico, aggroviglia attorno alla vicenda di Dante De Angelis, il macchinista licenziato due volte da Trenitalia per aver denunciato inadeguatezza e insufficienze dei sistemi di controllo del nostro trasporto ferroviario. Un documentario militante e appassionato, che riesce a elaborare (ed esprimere) l'indignazione della testimonianza civile in una narrazione originale, a tratti anarchica, fluida e di forte impatto emotivo, mischiando sequenze di repertorio, riprese d'attualità, interviste ed estratti cinematografici.