Vittorio Cavicchioni:Mostra Antologica a Reggio Emilia
dal 29 novembre 2009 al 07 febbraio 2010
vedi sulla mappaReggio Emilia Altro
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Vittorio Cavicchioni, affacciatosi sulla scena artistica come scenografo - la sua formazione avviene infatti al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma -, tiene la mostra d'esordio nel 1946 nella città natale con disegni, bozzetti e illustrazioni per il teatro. Subito dopo, si dedica alla pittura, partecipa a Premi importanti e tiene la prima mostra personale di dipinti nel 1953 alla Galleria Bergamini di Milano, presentato in catalogo da Raffaele De Grada, per poi, nel 1960, esporre alla VIII Quadriennale di Roma. Le mostre, pubbliche e private, che si susseguono negli anni documentano l'evoluzione dell'artista. Dapprima vicino a formule neocubiste, Cavicchioni sviluppa successivamente un suo linguaggio neorealista, vicino alle esperienze di Giuseppe Zigaina, per poi, nella seconda metà degli anni Cinquanta, avvicinarsi all'informale. A partire dall'inizio del decennio successivo, l'artista lavora su temi in cui la figurazione, non del tutto dissoltasi - dai vigneti ai paesaggi, dalle donne alle città di notte, dal ciclo di "Horror" a quello de "La nascita di Venere" -, assume un carattere astratto-espressionista, vicino, nello scavo impietoso sulla materia geologica di un paesaggio ("Meditations sur le paysage") o sul corpo femminile, alle esperienze di De Kooning - in questi anni Cavicchioni realizza disegni di straordinaria forza espressiva e collage di particolare freschezza in cui utilizza i materiali più vari. Nella seconda metà degli anni Sessanta e per buona parte degli anni Settanta, l'artista approfondisce la sua personale rilettura del corpo femminile, visto alla luce delle ricerche di artisti americani quali Richard Lindner e del vasto interesse suscitato dalla riproposta delle opere letterarie del Marchese De Sade (si pensi al ciclo "Omaggio a Sade"), con il progressivo utilizzo di materiali (legno, lamiere) assemblati fino a dare vita a veri e propri bassorilievi. Nel 1979 viene edita una importante monografia, curata da Enrico Crispolti, che riesamina tutto il suo percorso. Nei vent'anni successivi, Cavicchioni ritorna a esplorare alcuni dei momenti della sua attività precedente, pur raggiungendo solo raramente i vertici espressivi toccati nei trent'anni di maggiore felicità artistica.