Party Monster al Teatro G.Testori di Forlì
il 31 ottobre 2009
vedi sulla mappaForlì Altro
Al suo apice, organizza feste spettacolari in vari club e possiede una rivista. Quando si vanta alla stampa di aver ucciso il suo spacciatore, i suoi amici e la stampa stessa sospettano una delle sue trovate pubblicitarie – finché il cadavere verrà ritrovato nell’East River di New York e il mondo di Alig inizierà a crollare portandolo in carcere con una condanna di vent'anni per omicidio. Tanti troveranno conveniente speculare su questa storia, proprio come farà James che sogna da sempre di diventare scrittore e riconquistare la scena toltagli da Michael.
All'origine del film c'è un documentario omonimo del 1998 di F. Bailey e R. Barbato, pluripremiato al Sundance Festival, seguito nel 1999 da Disco Blood Bath, il libro di ricordi di James St. James, ristampato nel 2003 col titolo di Party Monster.
Sui giornali dell’epoca all’uscita del film si leggono frasi come la seguente;
“ In Party Monster, la vita è vista e creduta come un carnevale continuo, sesso pluridirezionale, travestitismo esibito in tetra allegria, consumo coatto di droga, filosofia "trans". Il tutto nei modi più innocui possibile, data la materia. Siamo nel mondo pansessuale e asessuato dei bambini."
Ed ecco che forse allora non è un caso che il regista Stefano Naldi abbia deciso di adattare il romanzo di St. James per le scene; ricordando infatti il suo lavoro sul testo di Barrie Peter Pan, non poteva non cogliere l’involontario paragone metaforico tra le “due isole che non ci sono”, quella scaturita dal sogno e dalla fantasia dei bimbi perduti e quella scaturita dall’uso di sostanze stupefacenti e dalle illusioni dei “bimbi perduti” nella Grande Mela, dove l’assenza di una madre diventa il comune denominatore. A Neverland perché orfani, a New York perché preda ella stessa dell’incubo-sogno comune alle anfetamine. Grande differenza invece, se non punto focale e motivo della Catarsi finale di questa Tragedia contemporanea è l’assenza di “Capitan Uncino” e del suo certificare l’esistenza di una fine per tutti.
Consapevoli della sua esistenza i Bimbi Perduti di Peter Pan colgono quanto possa essere avventurosa la vita, mentre i Ragazzi Perduti di Michael Alig che lo ignorano la sfuggono ritenendo più avventurosa la morte. In entrambi i casi di viaggio si parla, seppure nel primo caso spontaneo e nel secondo procurato, cercato dai più giovani per evitare una realtà spesso scomoda, una noia quotidiana o per raggiungere un successo facile dato da, come dice una delle canzoni presenti nello spettacolo “ Money Success Fame and glamour”, soldi successo fama e glamour! E mai in epoca di Amici della De Filippi, Reality Show , Case dei Grandi Fratelli Isole dei Famosi e meno Famosi la pochezza e la pericolosità di tali valori riemergono dai“ Mostruosi Parties” per affermare che oramai a mancare sempre di più è la figura di un vero padre più che di una madre, un “Capitan Uncino” che una volta detronizzato o ancor meglio esorcizzato da una sparata di eroina preferisce fregarsene dei figli, come un Dio che oramai indifferente e stanco dei troppi rinneghi ha abbandonato la casa.
Sia nel film come nel romanzo e nell’adattamento di Naldi salta fuori infatti tra i numeri musicali i video clip impazziti, i look assurdi che lanciano nuove mode e il chiasso della musica stordente da discoteca una battuta all’apparenza banale che invece ha il potere di zittire tutto il resto; dopo una lite sciocca James rimprovera Michael di avergli incrinato i rapporti col padre al che lui risponde “ Beh, ma almeno tu un padre ce l’hai!”….
Il resto è illusione e incapacità spacciata per talento; come suggerisce la regia di Naldi che chiede di cantare ai suoi attori tutte le canzoni dal vivo ma passando sopra agli originali, non su base, come chiunque fa a casa sua quando ascoltando la radio si unisce all’artista preferito in un duetto inesistente, appoggiati alla certezza che se si è in due e l’altro è forte forse si sopravvive …
Lo spettacolo è il risultato finale di un Laboratorio sul tema e presentato da Teatro Delle Forchette. Regia e coreografie Stefano Naldi. A dar voce e corpo a questa sorta di “musical” atipico Leonardo Ringressi, Giuseppe Verrelli, Elisabetta Serra, Simona Vitiello, Elena Montanari, Monia Sedioli, Valentina Minzoni e Maria Giovanna Pasini.
ASSISTENTE ALLA REGIA – Enrico Monti
BOZZETTI e REALIZZAZIONE SCENE e costumi – Stefano Naldi, T.d.F.
DISEGNO E REGIA LUCI – Francesco Sintoni, Stefano Naldi
STUDIO MAKE-UP – Massimiliano Bolcioni
VIDEO – Stefano Naldi
MIXER AUDIO VIDEO – Enrico Monti
MIXER LUCI – Francesco Sintoni
REGIA STEFANO NALDI