Paolo Poli in Sillabari al Teatro Comunale Ferrara
dal 04 al 07 febbraio 2010
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"Mi sono sempre attaccato alla letteratura - ha spiegato Poli - che, come delle lunghe braccia, aiuta un uomo nella sua piccolezza ad arrivare più lontano. Il libro ti porta più in là, il libro ti costringe a visualizzare quello che è scritto con pochi caratteri bianchi e neri".
Considerati unanimemente il capolavoro dello scrittore vicentino, i Sillabari sono piccoli poemi in prosa, che risalgono alla metà del Novecento e che oggi sorprendono per la freschezza, per l’immediatezza quasi infantile del racconto, per la magia umile ed alta dei personaggi. Vediamo bambini stupiti in un mondo ambiguo, vecchietti arrabbiati in una società allo sbaraglio, donne sole dal quieto bovarismo periferico e uomini ancora ingenui nella lotta per la sopravvivenza. Era l’Italia che cambiava velocemente nelle maglie di una lunga guerra e dava origine all’attuale Belpaese. Lo spettacolo in due atti disegna alla brava figure e figurine dei vari racconti articolati fra gli anni Quaranta e Sessanta, cui fanno eco le canzonette con la loro modesta letteratura quasi sciatta, ma assai pertinente alla realtà storica. A corredo del tutto, come di consueto, i consueti rocamboleschi cambi di costumi (firmati da Santuzza Calì) e le divertenti coreografie finto-frivole di Alfonso De Filippis, mentre le ambientazioni scenografiche di Emanuele Luzzati sono ispirate alla pittura del Novecento. Con Paolo Poli – che è anche regista e, insieme alla compagnia che porta il suo nome, produttore dello spettacolo – sono in scena Luca Altavilla, Alfonso De Filippis, Alberto Gamberini e Giovanni Siniscalco. Per una chiave di lettura dei Sillabari vale la pena citare l’introduzione che lo stesso Parise antepose all’edizione completa di questa sua raccolta: "Nella vita gli uomini fanno dei programmi perché sanno che, una volta scomparso l’autore, essi possono essere continuati da altri. In poesia è impossibile, non ci sono eredi. Così è toccato a me con questo libro: dodici anni fa giurai a me stesso, preso dalla mano della poesia, di scrivere tanti racconti sui sentimenti umani, così labili, partendo dalla A e arrivando alla Z. Sono poesie in prosa. Ma alla lettera S, nonostante i programmi, la poesia mi ha abbandonato. E a questa lettera ho dovuto fermarmi. La poesia va e viene, vive e muore quando vuole lei, non quando vogliamo noi e non ha discendenti. Mi dispiace ma è così. Un poco come la vita, soprattutto come l’amore". Sillabari andrà in scena giovedì 4, venerdì 5 e sabato 6 febbraio alle 21; domenica 7 febbraio alle 16. Inoltre una recita pomeridiana per le scuole, e aperta al pubblico, è in programma venerdì 5 febbraio alle 15. Prezzi da 6 a 26 euro.